MILANO - Diecimila addetti di quasi 200 circhi italiani chiedono di poter lavorare un tutto il territorio nazionale senza dover subire le discriminazioni dei Comuni, che spesso...
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Un atteggiamento che Grioni definisce innanzi tutto assurdo, perchè molti Comuni "ci dicono di no, ma poi ospitano mostre o rassegne di animali". In questo modo, però "i Comuni vanno contro la legge, perchè - spiega il giovane circense - con la Legge 337 del 1968 lo Stato riconosce la funzione sociale dei circhi equestri e incoraggia il consolidamento e lo sviluppo del settore".
Così "molte volte facciamo ricorso e lo vinciamo, ma i tempi sono lunghi e il nostro lavoro rischia di essere inutile". Risultato "oggi solo 2 Comuni su 10 ci concedono di lavorare nel loro territorio e pensare che siamo una categoria di almeno 10.000 persone in tutta Italia, che paga tasse e contributi".
"In tempi di crisi - aggiunge Grioni - noi offriamo tutto l'anno spettacoli a prezzo contenuto per tutta la
famiglia, siamo la vera alternativa ai centri commerciali, alle sale giochi, ai cinema e ai concerti, costiamo poco e offriamo qualità".
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