BERGAMO - Massimo Bossetti sarà processato il 3 luglio davanti ai giudici della Corte d'Assise di Bergamo per l'omicidio della tredicenne Yara Gambirasio. L'ha deciso...
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JDM: DNA INUTILIZZABILE Per Justice of Mind (Jom), l'associazione di studiosi che in questa frangente sta collaborando con la difesa di Massimo Bossetti, «la normativa del codice di procedura penale impone che la prova indiziaria sia 'grave e precisa' mentre la Costituzione, vuole che la prova penale sia assunta in contraddittorio».
Pertanto, all'avviso degli avvocati Luca D'Auria e Noemi Brambilla, quest'oggi a Bergamo per seguire l'udienza preliminare per Massimo Bossetti, «il dato di partenza del ragionamento indiziario, cioè l'anomalia della traccia così come analizzata, rende l'indizio dai contorni incerti (come detto dal provvedimento del tribunale di Brescia sulla domanda di scarcerazione di Bossetti) e quindi non preciso». Ne discende che «l'effetto giuridico di ciò e la non utilizzabilità in giudizio della prova».
Gli esperti sottolineano che «a oggi pare non essere più replicabile il test genetico alla presenza di esperti della difesa e dunque il dubbio è cristallizzato, sia da un punto di vista strettamente genetico che giuridico. Per questo, in assenza di altre prove certe, al di là di ogni ragionevole dubbio, si impone l'assoluzione dell'imputato, anche in udienza preliminare». Su questi temi, l'associazione si è presentata al pubblico con un convegno a cui hanno partecipato numerosi genetisti forensi: da Marzio Capra dell'università di Milano e Peter Jill dell'università di Oslo. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico