Gli hanno spaccato il cuore, il polmoni, la milza e il fegato. Anche le pareti dell’aorta erano lesionate. I primi risultati dell’autopsia di Willy Monteiro...
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Gli hanno spaccato il cuore, il polmoni, la milza e il fegato. Anche le pareti dell’aorta erano lesionate. I primi risultati dell’autopsia di Willy Monteiro Duarte, nello strazio di quel corpo, non riescono neppure a individuare la causa esatta della morte. Tutti gli organi vitali sono stati interessati da emorragie per i colpi violentissimi subiti dal ragazzo nella notte tra il 5 e il 6 settembre scorso. Calci e pugni che gli avrebbero inferto i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, la cui posizione è però meno pesante e che ha cominciato a collaborare con gli inquirenti. Tutti sono indagati per l’omicidio volontario aggravato dai futili motivi. In realtà un motivo non c’era. Neppure banale. Ieri, intanto, per la prima volta, è stato sentito Vittorio Tondinelli, teste chiave nelle indagini sulla morte del povero Willy.
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L’AUTOPSIA
La prima relazione dell’autopsia di Willy non riesce a individuare le cause della morte. I traumi agli organi vitali sono tali che gli specialisti di Tor Vergata non hanno potuto stabilire quale abbia determinato il decesso. Sei lesioni al volto, ma non sono quelle che hanno ucciso il ventunenne. I traumi più gravi sono quelli alla testa, al collo, al torace e all’addome, dai quali sono partite una serie di emorragie interne. Colpi fortissimi alla nuca, forse provocati dalla caduta, e alla fronte. Anche il cuore di Willy è stato interessato, con una lesione di sette centimetri, poi l’aorta toracica, i polmoni, quindi il diaframma, la milza, il pancreas, il fegato. «In sostanza - conclude il medico di Tor Vergata Saverio Potenza - Willy è stato vittima di un complesso traumatismo che si è realizzato con più azioni lesive».Pugni e calci, ma lo specialista riconosce una tale violenza nei colpi che hanno portato alla morte del ragazzo, da non escludere «la possibilità teorica, seppure minoritaria, dell’uso di bastoni, spranghe o altro» durante il pestaggio.
L’INTERROGATORIO
Ha parlato per ore in un interrogatorio fiume, durante il quale avrebbe fornito dettagli importanti per chiarire i ruoli nella rissa. Potrebbe così trasformarsi nel teste chiave. Le testimonianze a disposizione degli inquirenti (se ne sono aggiunte altre) non hanno chiarito quale dei fratelli Bianchi abbia picchiato per primo. L’amico di Willy ha raccontato però che quando il ragazzo era già steso per terra i picchiatori gli sono saliti addosso, pestandolo. In realtà Tondinelli, al momento del pestaggio, sarebbe rimasto vicino all’auto, ma ai pm avrebbe raccontato anche dei passaggi nella fase successiva alla rissa, quando in auto gli indagati hanno commentato quanto accaduto. Le indagini di carabinieri e procura riguardano anche altre persone che, quella notte, si trovavano in largo Santa Caterina. Almeno altre due. L’esame dei telefonini e delle celle telefoniche, come quello dei tabulati, avrebbe già fornito nuovi elementi. E non è escluso che, nelle prossime settimane, altri nomi possano essere iscritti sul registro degli indagati. Leggi l'articolo completo suCorriere Adriatico