WhatsApp, un'opzione per bloccare le fake news

WhatsApp, un'opzione per bloccare le fake news
Tempi duri - si spera - per le fake news. Anche WhatsApp sta mettendo a punto un’opzione per consentire agli utenti di verificare la veridicità di una notizia...

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Tempi duri - si spera - per le fake news. Anche WhatsApp sta mettendo a punto un’opzione per consentire agli utenti di verificare la veridicità di una notizia ricevuta via chat. Notizia, corredata da un’immagine. Ed è su quest’aspetto che pare stiano lavorando gli sviluppatori di WhatsApp, secondo quanto riferisce il sito WABetaInfo, che ha scovato una versione beta, non definitiva, dell’applicazione.



Questa nuova funzionalità consentirebbe di risalire a tutti i siti e pagine web che hanno usato quella determinata immagine, trasformando l’utente in una sorta di detective del web, in grado di smascherare notizie bufala. E’ proprio la verifica delle fonti, uno dei principi cardine del giornalismo, che può trasferirsi anche nell’uso delle chat di messaggistica. Se risalgo alla fonte infatti, ho gli strumenti per distinguere il vero dal falso.


Secondo quanto scoperto da WABetaInfo, all’utente di WhatsApp sarà sufficiente inserire l’immagine ricevuta dentro il motore di ricerca dell’app, che, senza uscire dall’applicazione, rintraccerà tutti i portali in cui tale foto è presente. Verrebbe da chiedersi, cosa c’entra l’immagine con la notizia? Spesso fotografie legate ad un evento, se decontestualizzate, possono essere usate per disinformare. Come nel caso del celebre concerto dei Pink Floyd a Venezia, usata per diffondere la fake news dell’invasione di migranti in un porto libico.

E va nella stessa direzione, un’altra recente misura adottata da WhatsApp che segnala quando un messaggio non è stato scritto dalla persona che lo ha inviato, ma semplicemente inoltrato. E l’azione del servizio della galassia Zuckerberg si sta concentrando anche sul blocco di tutti quei profili che inviano spam, fake news o messaggi truffa. Ogni mese sono bloccati 2 milioni di utenti. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico