Stuprata a 15 anni, il video hard diffuso dall'ex e gli sms choc ai cugini: «Sei un pezzo di m...»

La storia di Ostia si arricchisce di nuovi terribili particolari

Stuprata a 15 anni, il video hard diffuso dall'ex e gli sms choc ai cugini: «Sei un pezzo di m...»
Non bastassero gli abusi ai danni di una ragazza adolescente, la storia di Ostia si arricchisce di particolari ancora più terribili: oltre che di stupro, la...

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Non bastassero gli abusi ai danni di una ragazza adolescente, la storia di Ostia si arricchisce di particolari ancora più terribili: oltre che di stupro, la vittima 15enne sarebbe stata anche vittima di revenge porn. Lo scrivono oggi Michela Allegri e Alessia Marani sul quotidiano Il Messaggero, che racconta di come la ragazza avrebbe scoperto, dopo gli abusi, che l'ormai ex fidanzato - che secondo le accuse l'avrebbe attirata in una trappola per farla violentare dai due cugini più grandi - avrebbe mandato ad amici e compagni di classe un video intimo dopo la fine della loro relazione.

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Il video hard diffuso dopo la fine della relazione

La vittima, molto fragile e in cura per disagi psichici, punta dunque il dito contro l'ex: oltre a non averla difesa dai due cugini (un 23enne e un 24enne, ora ai domiciliari), sarebbe stato lui ad attirarla in una trappola, per due volte, una volta in auto, un'altra a casa. La giovane avrebbe reagito in maniera scomposta: «Mi hanno detto dei video, in uno si vede la mia faccia, non ti avevo autorizzato a diffonderlo, sei un pezzo di m... come i tuoi cugini», uno dei messaggi scambiati in chat acquisiti agli atti dell’inchiesta della Procura sulla violenza di gruppo. 

I due presunti episodi di violenza risalgono a ottobre e novembre 2021: poco dopo lei lo aveva lasciato, e lui per vendetta avrebbe fatto girare questo video hard. Ora il giovane, un anno più della vittima, è anche indagato per diffusione di materiale pedopornografico, oltre che per concorso in violenza sessuale di gruppo, scrive ancora Il Messaggero. Intanto i due fratelli arrestati si difendono e si dicono innocenti, sostenendo che quella ragazzina non l'hanno nemmeno mai toccata. Ma a inchiodarli, per la pm Alessia Natale, ci sarebbero le chat: «Mi avete fatto sentire una t..., io non volevo farlo», avrebbe scritto la 15enne.

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Corriere Adriatico