Trent'anni di reclusione con il riconoscimento dell'aggravante della premeditazione. E’ la condanna chiesta in corte d'assise d'appello di Roma...
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Omicidio Varani, perizia choc: «Foffo provò piacere nel massacrarlo».
Per il procuratore generale, la premeditazione dell’omicidio emerge da quanto successo due giorni prima del delitto. Prato infatti chiede a un amico, Giacomo Donati, di portargli "tutti i tranquillanti che hai". Il 3 marzo, poi, il giorno prima del delitto, invitano a casa un altro amico, Alex Marconi, dicendogli di avere "tanti regali e vodka". Quando il giovane arriva a casa di Foffo, Prato inizia a offrirgli anche strisce di cocaina e tenta un approccio sessuale che il ragazzo però respinge e per questo viene mandato via.
"Mandalo via questo qui, non ci serve" dice Prato a Foffo. Secondo l'accusa, i due stanno scegliendo la loro vittima. Per questo subito dopo invitano un altro amico, che quando arriva in casa trova Prato in abiti femminili e con una parrucca. Il giovane però riferisce di avere poco dopo un appuntamento con un'amica che lo aspetta e per questo, ha sottolineato il pg in aula, "si salva". Dopo questi due tentativi, contattano e invitano Varani, che morirà dopo due ore di agonia.
"Mentre Prato ha subito un pentimento, tanto che cerca di suicidarsi – ha detto il pg – Foffo invece non ha rimorsi, sa di non avere scampo, e per questo contatta il padre e poi insieme chiamano il loro avvocato di fiducia". La sentenza d’appello è attesa il prossimo 10 luglio. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico