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Era talmente possessivo da minacciare i clienti del supermercato che avevano più confidenza con Vanessa Ballan. «Bujar Fandaj mi ha rincorso in parcheggio e ha cercato di aggredirmi solo perché ero rimasto alla cassa con lei cinque minuti per cambiare dei soldi. Quella volta ho rischiato di prenderle». A raccontare l’inquietante episodio è un imprenditore castellano di 49 anni, gestore di alcune lavanderie. Il fatto risale a un anno fa, a dicembre del 2022, quando la giovane cassiera dell’Europsin di Riese Pio X e il kosovaro erano amanti. «All’epoca mi era sembrato uno scatto d’ira - afferma il 49enne -. Pensavo che quell’uomo si fosse arrabbiato per l’attesa alla cassa e avesse “sbroccato”. Col senno di poi sono convinto invece che Fandaj fosse molto geloso».
Le minacce
L’imprenditore ripercorre quei momenti concitati. «Ero andato a fare la spesa e ne avevo approfittato anche per cambiare alcune banconote di piccolo taglio, come faccio spesso, vista l’attività che ho. Era stata proprio Vanessa a chiedermi se avevo tagli da 5 euro perché le servivano per dare il resto ai clienti».
Testa calda
Due mesi dopo, il 49enne ha incontrato di nuovo Fandaj, in un bar di Altivole. «Appena l’ho visto ho girato i tacchi per paura che si ricordasse di me. Non volevo altri guai. Avevo capito che era un attaccabrighe. Ma non pensavo che arrivasse a uccidere - conclude amaramente l’imprenditore -. Sono sconvolto: Vanessa non meritava questa fine». Uccisa barbaramente con 8 coltellate. I sintomi della «gelosia patologica» (come l’ha definita la Procura) c’erano già. Sarebbe stato proprio quel pressing a spingere Vanessa a mettere fine a quella relazione. Ma il 41enne l’aveva presa malissimo: minacce, appostamenti, ricatti, revenge porn, fino alla decisione di ucciderla. Fandaj non accettava i “no”. Se n’erano accorti anche in Comune ad Altivole: «Era una persona in apparenza mite, tranquilla e questo poteva trare in inganno - riferisce la sindaca Chiara Busnardo -. Ma se riceveva un rifiuto esplodeva in scatti di rabbia». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico