Dopo gli annunci del presidente Vladimir Putin, arrivano i primi dati scientifici sul vaccino russo anti-Covid Sputnik. Pubblicati sulla rivista Lancet, mostra che il 100% dei...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Questa fase 3 richiede più tempo perché dobbiamo vedere quanto il vaccino sia veramente protettivo e quanto sia sicuro», ha aggiunto. Una previsione condivisa anche dal direttore della rivista Lancet, Richard Horton, secondo cui «nonostante ci siano molti candidati, possiamo aspettarci almeno un vaccino nei primi mesi del 2021», ma questo «non sarà disponibile subito per tutti».
LEGGI ANCHE: Il re dei supermercati Gabrielli positivo al Covid: «Sono in quarantena ma sto bene»
I primi dati su quello russo indicano la produzione di una risposta immunitaria in tutti i 76 volontari, adulti sani tra i 18 e 60 anni, coinvolti nelle fasi 1 e 2 della sperimentazione.
E, aggiunge il virologo Giorgio Palù dell'università di Padova, «il vaccino russo sembra al livello degli altri in sperimentazione nel mondo». Mancano però ancora i dati «fondamentali della fase 3 - conclude Perno - quella condotta su migliaia di persone, che serve a verificare anche se rimane contagiato di più chi è stato vaccinato o chi no». Sono complessivamente 164 i candidati vaccini allo studio, di cui 25 stanno sperimentando sull'uomo, e 5 arrivati alla fase 3 dei test, la più avanzata. Tra questi c'è la Cina che ne ha sviluppato 4, quello americano di Moderna e quello dell'università di Oxford. Nell ' attesa che arrivi il vaccino anti-Covid il consiglio degli esperti è di vaccinarsi contro l'influenza. Tanto che l'Agenzia Italiana del farmaco (Aifa) raccomanda di anticipare le campagne vaccinali all'inizio di ottobre.
Tuttavia, per bambini e ragazzi, non sarà semplice, avverte Andrea Crisanti, professore di Microbiologia dell'Università di Padova, perché «i servizi vaccinali sono intasati da tutte le vaccinazioni non fatte l'anno passato». Quanto ai tamponi necessari con la riapertura delle scuole, concludere, «se vogliamo convivere col virus, senza arrivare a una trasmissione diffusa serve almeno triplicarli». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico