Vaccino anti Covid, Pregliasco: «Una sola dose, poi il richiamo»

Vaccino anti Covid, Pregliasco: «Una sola dose, poi il richiamo»
Professore Fabrizio Pregliasco, cosa pensa dell'idea di vaccinare più persone con una sola dose ritardando i richiami? ...

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Professore Fabrizio Pregliasco, cosa pensa dell'idea di vaccinare più persone con una sola dose ritardando i richiami?


«Dobbiamo valutare ciò che è emerso in Gran Bretagna dove la decisione è nata da una situazione epidemiologica peggiore della nostra. È una strategia interessante ma servono più dati per una giusta valutazione».

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Quali categorie potrebbero essere interessate?
«Vale per tutti. Il dato di protezione dopo la prima dose è circa del 50%, il dubbio è proprio sulla scarsa protezione che potrebbe portare alla diffusione di nuove varianti».


Con AstraZeneca passano tre mesi tra prima e seconda dose, ma per Pfizer e Moderna?
«Non sono stati approvati in tal senso. È una prospettiva interessante, ma sono convinto che sia necessario fare molta attenzione prima di attuare una scelta del genere».


Con una sola dose ai guariti che risposta si ottiene?
«I guariti vaccinati mostrano un booster di anticorpi nata dall'infezione pregressa, ma anche qui va valutato tutto bene, anche perché per qualche mese si è tranquilli ma la copertura poi svanisce».


Sono quasi tre milioni gli italiani che hanno avuto il virus, ma a quanti di loro può ancora bastare una dose sola?
«In realtà credo siano il doppio. Molti si vaccineranno non sapendo di avere giù avuto il virus. Per questo serve cautela nel cambiare strategia».


I guariti della prima ondata avranno esaurito gli anticorpi.
«Sì, esatto».


Come verrebbero selezionati, in base al numero di anticorpi?
«Proprio per questo, non si può fare un test a tutti prima del vaccino. Io sarei ancora per la doppia dose, valutando le esperienze sulla base di studi clinici provenienti dalle altre nazioni, tutto deve essere fatto in ottica di una valutazione e non di una improvvisazione».


Il monodose Johnson & Johnson risolverebbe molti problemi, perché Ema ha tempi più lunghi di Fda?

«Dipende dal momento in cui viene prospettata la richiesta di autorizzazione. Un'attenzione che non ritengo sbagliata per avere una garanzia di sicurezza che deve esserci vista la diffusione in larga scala di questo vaccino».


Su Sputnik, Aifa potrebbe autorizzare senza attendere Ema?
«No, non ha senso. Bisogna vedere i dati. È vero che la situazione è pesante, ma serve buon senso, tempistiche rapide sì ma senza lanciarsi nell'isteria del momento».


Sul piano vaccini, alcune regioni sono molto indietro su AstraZeneca?


«Siamo nella stessa situazione delle mascherine quando c'era carenza. Io credo che tra poco questa emergenza andrà a risolversi e noi avremo il tempo per organizzarci e fare la vaccinazione più rapida possibile». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico