TARQUINIA - Non fiori ma opere di bene. Potrebbe essere lo slogan promozionale (si fa per dire) per le prossime elezioni comunali di Tarquinia, secondo comune più popoloso...
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Era stato Ranucci a postare un innocuo messaggio, dai toni conciliatori, ai suoi avversari nella corsa a primo cittadino, pubblicando le foto delle sue camelie in giardino accompagnate da qualche riga: «Giorni e giorni pieni di offese, odio, rancore. Le idee non bastano più, si passa ad altro. Oggi un po' di fiori da ammirare: le mie camelie quest'anno sono meravigliose. Le offro agli altri candidati sindaci in segno di distensione. Tarquinia ne ha bisogno».
Ma la risposta dello staff di Gianni Moscherini sindaco, dall'omonima pagina, suona con le note di un lugubre requiem: «Non avendo noi un giardino straordinario e strapieno di camelie, abbiamo gradito il messaggero dell'atletico candidato e palestrato del Pd Memmo Ranucci. Al quale auguriamo, con questa bella corona di fiori, buona campagna elettorale. Profumata e senza spine». E la foto naturalmente è di una corona di fiori.
Una risposta che ha sollevato immediatamente l'indignazione del segretario provinciale del Partito democratico, Andrea Egidi: «Si prova vergogna anche solo a commentare – ha scritto Egidi – una dichiarazione becera e volgare, che inietta nel dibattito pubblico di Tarquinia un virus preoccupante. Collegare l'idea della morte ad un candidato alternativo è qualcosa che va oltre a tutto, si supera un limite».
Lo stesso Ranucci, invece, l'ha presa con stile e senza badare alla scaramanzia: «Ho ricevuto questo omaggio da Moscherini e i suoi sostenitori. Grazie per la corona di fiori, grazie Moscherini e che dio protegga Tarquinia. Ho tranquillizzato mia figlia: non sarà certo una corona da morto a mettermi paura». E alle elezioni mancano ancora 40 giorni. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico