Lecce, un milione e mezzo spariti ad un medico: consulente a processo

Lecce, un milione e mezzo spariti ad un medico: consulente a processo
Un ammanco di quasi un milione e mezzo di euro sui conti di un noto ex primario dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. Indiziato il consulente finanziario che per...

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Un ammanco di quasi un milione e mezzo di euro sui conti di un noto ex primario dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. Indiziato il consulente finanziario che per anni ha gestito il patrimonio del medico andato in pensione ed intanto deceduto due anni fa: G.P., 58 anni, di Casarano, deve difendersi dall’accusa di truffa continuata e circonvenzione di incapace. Quel patrimonio lo avrebbe incassato lui. Versandolo su un fondo intestato a lui.

Momento decisivo sarà il processo. Con rito abbreviato (prevede una riduzione di un terzo della pena in caso di condanna e si svolge sugli atti di indagine della Procura e della difesa): il 22 maggio il giudice per l’udienza preliminare Cinzia Vergine stabilirà se condannarlo o se accogliere la richiesta di assoluzione dell’avvocato difensore Benedetto Scippa.
La moglie e la figlia del medico non si sono costituite poiché hanno delegato al processo civile le richieste di risarcimento danni presentate sia per G.P. che per la banca che lo stesso dirigeva all’epoca dei fatti.
L’ammanco oggetto del processo penale sarebbe stato prodotto fra il 2008 ed il 2014, attraverso una quarantina di assegni circolari destinati ad essere versati su un fondo intestato al medico, ma che in realtà - scoprì la figlia prima di presentare l’esposto - avrebbero preso altre strade.
Un raggiro basato sulla fiducia senza riserve nel consulente finanziario, ciò che ha stabilito l’inchiesta del pubblico ministero della Procura di Lecce, Emilio Arnesano e della Guardia di finanza Gruppo Lecce: gli sarebbero state consegnate deleghe in bianco per investire e fare fruttare una parte dei risparmi di un professionista che raccolse stima ed affetto in tanti anni passati in ospedale a curare i pazienti ed a salvargli la vita.
Trattato come un amico di famiglia, l’imputato. Tuttavia il rapporto cominciò ad incrinarsi quando mise al corrente la figlia di essere stato licenziato. E caldeggiò la scelta di disinvestire tutti i prodotti. Un comportamento che insinuò qualche sospetto sulla lealtà di quell’uomo. E la figlia ritenne fosse il caso di chiarire subito quei dubbi, anche alla luce del patrimonio investito, recandosi personalmente in banca. E sin da subito scoprì che l’ultimo assegno dell’importo di 30mila euro, non era stato versato sul fondo intestato al padre. Da qui la richiesta di ricevere l’estratto conto. Che arrivò dopo qualche giorno e mise alla luce un’amara verità: banche gli altri assegni erano stati versati. Alcuni da 50mila euro, altri da 40mila, 25mila, 15mila e così via, fino a raggiungere l’importo di un milione 467mila euro.

Tutto denaro che - sostiene questo la Procura ed il processo dovrà chiarire se le accuse siano fondate - il consulente finanziario avrebbe versato su un fondo identico a quello del medico, ma intestato a lui.
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Corriere Adriatico