Uccide il figlio di tre anni in auto Il folle è figlio di un ex ministro

Uccide il figlio di tre anni in auto: «Piangeva, l'ho soffocato». Il folle è figlio di un ex ministro
LONDRA - Alfie Lamb aveva tre anni quando è morto schiacciato e soffocato contro il sedile dell’auto dal fidanzato della mamma, Stephen Waterson. Era il 15...

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LONDRA - Alfie Lamb aveva tre anni quando è morto schiacciato e soffocato contro il sedile dell’auto dal fidanzato della mamma, Stephen Waterson. Era il 15 febbraio 2018 e ora - a un anno e mezzo di distanza - è arrivata l'ammissione di colpa. Waterson si è dichiarato colpevole dell'omicidio del bambino e la storia sta facendo il giro dei tabloid perché il 26enne è figlio adottivo di un ex ministro britannico, Nigel Waterson.


 


Mamma abusa del figlio il giorno del suo primo compleanno fino ad ucciderlo

Alfie è morto sotto gli occhi della madre Adrian Hoare, mentre Waterson avrebbe cercato di depistare le indagini della polizia. Inizialmente ha negato l'omicidio di Alfie, ma durante il processo è stato mostrato un filmato delle telecamere a circuito chiuso in cui si vede il piccolo che corre seguendo sua madre pochi minuti prima di salire in macchina per il viaggio di ritorno a Croydon, nel sud di Londra. Secondo la ricostruzione il bambino piangeva e Waterson gli ha schiacciato contro il suo sedile. «Non mi verrà detto cosa fare da un bambino di tre anni», avrebbe detto nell'agitazione. Il bambino è morto per un trauma da asfissia tre giorni dopo.

Si uccide a 65 anni nel giorno della laurea del figlio, due giorni fa scriveva su Fb: «È fatta»

Waterson, che aveva già tre precedenti condanne per aggressione, ha minacciato di far "sparire" Hoare e gli altri testimoni se non avessero confermato la sua versione. Il paramedico Jason Sammut ha raccontato che quando lui e un collega sono arrivati sul posto: «Il piccolo era a terra in arresto cardiaco, non respirava». «Qualcuno delle persone presenti ha provato a giustificarsi dicendo che si era addormentato su un taxi e quando sono arrivati a destinazione non erano più riusciti a svegliarlo». I soccorritori hanno poi aggiunto smentendo questa ipotesi: «abbiamo notato vasi sanguigni intorno agli occhi. Da subito qualcosa non ci ha convinto».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico