​Turista americana muore dopo sette ore d'attesa su una barella del pronto soccorso

Foto di repertorio
Sette ore in attesa al pronto soccorso, poi la morte. La Procura di Pistoia ha aperto un'inchiesta sulla morte della cittadina americana Joann Zinkand, 74 anni, avvenuto lo...

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Sette ore in attesa al pronto soccorso, poi la morte. La Procura di Pistoia ha aperto un'inchiesta sulla morte della cittadina americana Joann Zinkand, 74 anni, avvenuto lo scorso 27 luglio, nel pronto soccorso dell'ospedale San Jacopo di Pistoia, dove si era presentata alle ore 22.13 del giorno precedente e dove sarebbe rimasta in attesa per sette ore. I carabinieri della compagnia di Pistoia hanno avviato una serie di accertamenti, delegati dalla Procura, che, sulla scorta delle notizie pubblicate sui vari mass media sulla morte della Zinkand, ha aperto di iniziativa un fascicolo.



Il pm Leonardo De Gaudio ha disposto il sequestro della salma. Nei prossimi giorni sarà fissata l'autopsia. Dopo il decesso di una cittadina americana, residente a Pistoia, ieri la direzione generale della Asl Toscana centro ha attivato «il rischio clinico aziendale» che ha iniziato le procedure di acquisizione degli atti clinici secondo quanto previsto a livello regionale e nazionale, per verificare la correttezza del percorso assistenziale ed organizzativo nel Dea di Pistoia.

Il riscontro diagnostico richiesto dall'Azienda Sanitaria è stato rinviato in quanto è giunta ieri la notifica da parte dell'autorità giudiziaria del sequestro della salma. «L'Azienda dà la sua piena disponibilità alla magistratura per giungere il più rapidamente possibile alla chiarezza», precisa una nota. Oggi sarà effettuata una pre-analisi nella quale sarà stabilito quando effettuare l'Audit con i professionisti del Dea.

L'esito nonché gli atti che ne deriveranno saranno poi trasmessi al rischio clinico regionale. In questa fase il rischio clinico aziendale - spiega la Asl - sta analizzando la documentazione clinica, per accertare la correttezza delle procedure diagnostiche e terapeutiche e verificare l'attività organizzativa svolta nel pronto soccorso.

La paziente era giunta in pronto soccorso alle ore 22,13 dello scorso venerdì notte e secondo quanto riportato dalla cartella clinica presa in carico dell'équipe sanitaria in quel momento in turno. Alla donna era stato attribuito un codice 3 (urgenza differibile) perché presentava una sintomatologia acuta che la paziente riferiva di avere da due giorni. Al momento dell'accettazione era in buone condizioni generali e deambulava autonomamente e solo alla successiva rivalutazione dei parametri vitali e alla somministrazione delle terapie veniva invitata a sdraiarsi in barella e monitorata dal personale.


Gli esami svolti confermavano il quadro clinico acuto iniziale e le condizioni cliniche generali non apparivano critiche. Nelle ore successive la situazione clinica si evolve in uno stato di coma. Il medico rianimatore è intervenuto tempestivamente in pronto soccorso, ha confermato la gravità del quadro clinico, accompagnando la paziente ad eseguire un'indagine diagnostica radiologica ma intorno alle ore 4,35 la paziente subisce un arresto cardio respiratorio che, nonostante i 45 minuti di manovre respiratorie, la portavano al decesso.
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Corriere Adriatico