Si presenta in aula per separarsi dalla moglie in bermuda e infradito. Il giudice, però, lo manda via, invitandolo a ripresentarsi indossando abiti più adeguati....
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In una città che del mare ha fatto il suo punto di forza, ma anche la croce e la delizia delle autorità locali, non sembra fermarsi la battaglia per il decoro. Solo la scorsa settimana, infatti, era stato multato un turista austriaco che dormiva su di un'amaca appesa tra due pini sul lungomare di Barcola. Qualche giorno prima, invece, il Comune aveva invitato a mezzo di cartelli affissi sul lungomare, «i cittadini a indossare un abbigliamento adeguato» quando attraversano la strada. E ora il richiamo arriva dalle aule di giustizia.
Già la scorsa estate - ricorda Il Piccolo - il Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Trieste aveva emesso una circolare rivolta a tutti i legali che frequentano il palazzo in Foro Ulpiano, a sollecitare «i propri assistiti a presentarsi alle udienze con abbigliamento consono al luogo». «Anche se non c'è una casistica specifica su ciò che si può o non si può indossare, è il Codice di procedura ad attribuire al giudice il compito di garantire il rispetto del decoro durante l'udienza pubblica», spiega al quotidiano lo stesso presidente della Sezione civile del Tribunale Picciotto. «In quell'udienza di divorzio il marito si è presentato con bermuda e calzature infradito.
Corriere Adriatico