Bambino di 3 anni dimenticato per otto ore sullo scuolabus: scatta una doppia inchiesta

Bambino dimenticato per otto ore sullo scuolabus: scatta una doppia inchiesta
CAMPLI - Per l'abbandono del bambino di tre anni sullo scuolabus a Campli (Teramo), sono state aperte due inchieste: una da parte della Procura di Teramo e l'altra dal...

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CAMPLI - Per l'abbandono del bambino di tre anni sullo scuolabus a Campli (Teramo), sono state aperte due inchieste: una da parte della Procura di Teramo e l'altra dal Tribunale dei Minori dell'Aquila. Non è escluso che nelle prossime ore possano essere iscritte persone sul registro degli indagati per l'ipotesi di reato di incauta custodia e lesioni. I carabinieri della Compagnia di Alba Adriatica, guidati dal comandante Antonio Trombetta, hanno lavorato diligentemente mettendo in campo tutte le proprie risorse per presentare l'informativa presso entrambi i tribunali in sole 12 ore. L'evento, accaduto giovedì scorso, ha evidenziato un grave errore umano, che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi se non fosse stata una giornata di maltempo. Maurizio Di Stefano, del partito di minoranza "Ricostruiamo Campli", ha reso noto che questo non è il primo caso, poiché due anni fa un altro bambino è stato dimenticato per ore su un autobus scolastico. Inoltre, ha aggiunto: «Questa volta la notizia è venuta fuori grazie allo sfogo su Facebook di un familiare, altrimenti non si sarebbe saputo nulla». Il gruppo di opposizione ha sollecitato l'implementazione di un doppio controllo da parte dell'autista e dell'assistente sui pullman scolastici per prevenire episodi simili in futuro.

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I genitori avevano affidato il loro bambino al pulmino, come facevano ogni mattina alle 8, convinti che sarebbe stato accompagnato alla scuola materna dall'assistente presente a bordo. Tuttavia, si è verificato un drammatico errore: il bambino si è addormentato durante il tragitto e l'assistente ha dimenticato di verificare se mancasse qualcuno quando gli altri compagni sono scesi. Il bambino è rimasto a bordo fino alle 16, quando i due sono andati a riprendere lo scuolabus.

«Oggi, dopo giorni infernali, sia la mia famiglia che quella di mio fratello, il papà del bambino di tre anni, abbiamo deciso di portare il bambino al mare per cercare di fare ritorno alla normalità», confessa la zia Maria, la donna che ha reso nota la vicenda su Facebook. Molto probabilmente lo scopo è quello di aiutare il bambino a superare il trauma il più presto possibile, perché come ha detto il difensore della famiglia, l'avvocato Michele Di Giuseppe: «Al momento, il bambino non riesce ancora a mangiare cibi solidi e ha difficoltà a ingerire solo liquidi. I genitori hanno riferito che da un bambino allegro e chiacchierone, ora ha un comportamento completamente diverso».

  

 

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Corriere Adriatico