Thailandia, i 12 ragazzi salvati dimessi: in tv chiedono scusa ai loro genitori

Thailandia, i 12 ragazzi salvati dimessi: in tv chiedono scusa ai loro genitori
Bangkok  - Sono stati dimessi dall'ospedale di Chiang Rai i dodici ragazzini thailandesi salvati nella grotta di Tham Luang del nord del paese. Ricoverati la settimana...

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Bangkok  - Sono stati dimessi dall'ospedale di Chiang Rai i dodici ragazzini thailandesi salvati nella grotta di Tham Luang del nord del paese. Ricoverati la settimana scorsa per esami e cure dopo il periodo trascorso sottoterra senza cibo, i giovanissimi calciatori e il loro allenatore hanno incontrato i giornalisti per rispondere alle loro domande prima di riprendere la loro vita in famiglia.

 


E' stata l'unica occasione per la stampa di avvicinarli, successivamente i ragazzini dovranno essere lasciati tranquilli per facilitare la loro piena ripresa psicologica. Le domande dei giornalisti sono state vagliate in anticipo dagli psicologi.

La conferenza. Sorridenti e in salute, i ragazzi sono apparsi in una conferenza stampa attentamente preparata dalle autorità thailandesi, con domande poste solo da un conduttore dopo una selezione di quelle ricevute dai giornalisti. Tutti vestiti con la divisa della squadra, i 'cinghialotti' - che secondo i dottori hanno recuperato circa tre chili di peso in ospedale - hanno raccontato che la decisione di entrare nella grotta è stata presa all'ultimo, tanto che i ragazzi si sono scusati con i genitori per «essere stati birichini», avendo detto loro che sarebbero solo andati all'allenamento di calcio.

Parlando per la maggior parte del tempo, l'allenatore Ekkapol Chantawong ha spiegato che il gruppo è rimasto intrappolato dall'acqua che ha allagato in fretta la grotta, inoltrandosi così più in profondità fino a raggiungere il punto asciutto dove sarebbero rimasti per oltre due settimane. Il gruppo ha poi bevuto l'acqua che filtrava dalle pareti, cercando invano di scavare a turno un foro nella roccia per trovare l'uscita.


I ragazzi e l'allenatore si sono detti tristi e in colpa per la morte del volontario Saman Gunan, l'ex Navy Seal che ha perso la vita per mancanza di ossigeno nella preparazione dell'operazione di recupero. Quattro di loro hanno dichiarato che il loro sogno è di diventare Navy Seal in futuro, e tutti hanno raccontato di sentirsi più forti e pazienti dopo l'esperienza che hanno vissuto. Dopo la conferenza stampa, organizzata all'interno di un programma di propaganda della giunta militare, i ragazzi potranno tornare finalmente a casa.

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Corriere Adriatico