ROMA - Per il sismologo Enzo Boschi «c'è il rischio di una seconda socca molto forte». La zona già colpita dal sisma, spiega l'esperto, si...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«L'area appenninica in cui è avvenuto il terremoto di questa notte è identificata come ad alta pericolosità sismica, la massima in Italia» per rischio terremoti, dice Boschi.
Sono state 39 in poco più di tre ore le principali scosse di terremoto, di magnitudo pari o superiore a 3, avvenute fra Lazio, Umbria e Marche a partire dalle 3:36, quando il terremoto di magnitudo 6 ha colpito Rieti. Lo indicano i dati riportati dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
Le più forti scosse successive alla principale sono state registrate finora nella zona di Norcia (Perugia): la prima con una magnitudo di 5.4 avvenuta alle 4:33, preceduta appena un minuto prima, alle 4:32, da una scossa di magnitudo 5.1.
Nella notte e nelle prime ore del mattino si sono registrate anche cinque scosse di magnitudo superiore a 4. La prima è avvenuta a Rieti alle 3:56, ossia 20 minuti dopo la scossa principale di magnitudo 6.0. Sempre nella zona di Rieti c'è stata una scossa di magnitudo 4.0 alle 5:08, seguita da una di magnitudo 4.2 alle 5:40. Nell'area di Perugia si è registrata una replica di magnitudo 4.1 alle 4:49, seguita da una di magnitudo 4.3 alle 6:06. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico