Coronavirus, la Cina lancia i tamponi anali: «Più efficaci nella rilevazione»

Coronavirus, la Cina lancia i tamponi anali: «Più efficaci nella rilevazione»
Coronavirus, la Cina lancia su vasta scala i tamponi anali. L'obiettivo è quello di testare i soggetti considerati ad alto rischio di contagio Covid-19, seguendo...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Coronavirus, la Cina lancia su vasta scala i tamponi anali. L'obiettivo è quello di testare i soggetti considerati ad alto rischio di contagio Covid-19, seguendo una nuova modalità ritenuta più efficace nella rilevazione del virus.

LEGGI ANCHE

I funzionari sanitari hanno prelevato la scorsa settimana tamponi del nuovo tipo dai residenti dei quartieri di Pechino con casi confermati di coronavirus, ha riferito il network statale Cctv, avviando le stesse procedure nelle strutture di quarantena designate. Piccoli, ma molteplici focolai, di virus stanno interessando soprattutto la Cina del nord, in aggiunta a Pechino e Shanghai, spingendo anche a pianificare test di massa condotti finora principalmente usando tamponi faringei e nasali. Il metodo dei tamponi anali «può aumentare il tasso di affidabilità di rilevamento delle persone infette» poiché le tracce del virus persistono più a lungo nell'ano che nel tratto respiratorio, ha commentato con la Cctv, Li Tongzeng, medico in servizio presso l'ospedale Yoùan di Pechino.

 

La Cctv ha riferito domenica che i tamponi anali non sarebbero stati usati su vasta scala come altri metodi, poiché la tecnica «non era conveniente». Con l'aumento dei casi nel mondo, la Cina ha imposto requisiti più severi agli arrivi internazionali nel tentativo di mantenere la trasmissione domestica vicino allo zero. A Pechino, ad esempio, è previsto un protocollo di 2 settimane di quarantena nel Covid Hotel, un'altra di isolamento domestico e una quarta di 'osservazione', durante la quale è possibile uscire, evitando però riunioni pubbliche.

Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico