Nel bunker del medico che ha drogato rapito, stuprato e segregato una donna

Nel bunker del medico che ha drogato rapito, stuprato e segregato una donna
ROMA - Un bunker costruito appositamente per fare da prigione a una donna di 30 anni che è stata prima rapita, poi ripetutamente violentata e tenuta segregata. ...

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ROMA - Un bunker costruito appositamente per fare da prigione a una donna di 30 anni che è stata prima rapita, poi ripetutamente violentata e tenuta segregata.



La storia che viene dalla Svezia ricorda quella dell'autriaco Joseph Fritzl, il mostro di Amstetten che ha tenuto prigioniera per 24 anni anni la propria figlia, vittima di continui abusi.

Le autorità svedesi ritengono che il rapitore avesse intenzione di tenere rinchiusa la sua vittima per anni, a giudicare dalal quantità di medicinali e generi di prima necessità trovati all'interno del covo. L'identità dell'uomo, che è stato accusato di rapimento, stupro e abusi sessuali, non è stata rivelata.



Dopo aver rapito e stuprato la donna, ha avuto un ripensamento e portato la vittima a una stazione di polizia, intimandole di inventare una storia sulla sua scomparsa. Gli agenti, però, si sono insospettiti dopo aver ascoltato il racconto poco credibile e hanno arrestato l'uomo, un medico di 38 anni.

La donna è stata drogata con fragole imbevute di sedativo nella sua casa di Stoccolma, dove è stata violentata e rapita. È stata poi portata in una località a 350 miglia di distanza, nel sud del paese, dove è rimasta segregata per sei giorni, continuamente sedata e ripetutamente violentata.

Gli agenti hanno scoperto nel bunker delle maschere in lattice, che si presume siano state usate durante il rapimento. Il covo, probabilmente costruito dal medico in persona, è un appartamento di 60 metri quadri con una camera da letto, bagno, cucina e un giardino coperto.

La vittima si presume sia stata tenuta legata per la maggior parte del tempo. Il suo aguzzino le ha prelevato campioni di sangue e vaginali per scongiurare la presenza di malattie e l'ha costretta a prendere la pillola anticoncezionale per poter avere rapporti non protetti.


Il rapimento sembra essere stato studiato nei dettagli e probabilmente da anni, ma qualcosa ha fatto cambiare idea al criminale. Tornato nell'appartamento della vittima, infatti, si è accorto che la polizia la stava cercando, e ha avuto un crollo nervoso che lo ha spinto a consenare la donna alle autorità. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico