GAGGIO - «È stata una tragedia, solo una grande tragedia a prescindere dalle cause che l'hanno determinata». È quanto ripetevano un po' tutti...
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LA DINAMICA
Secondo gli inquirenti che stanno conducendo le indagini su quanto è accaduto alle 21,15 di domenica non viene esclusa la possibilità che la morte del giovane possa essere stata determinata da un gesto volontario. E non solo perché lungo quel tratto di linea ferroviaria i passaggi a livello sono stati da tempo eliminati, il che escluderebbe la possibilità che il ragazzo abbia tentato di scavalcare i binari in sella alla bicicletta come si diceva appena successa la disgrazia, ma perché nel profilo Facebook il giovane, giusto domenica, ha postato un messaggio che porterebbe a pensare ad una delusione amorosa o a qualcosa di simile. «Amarsi non è mai dirsi addio - ha scritto poco prima che il fatto succedesse - È litigare, odiarsi, allontanarsi. Desiderare di scappare, restare, lasciarsi, tornare. È chiedersi infiniti perché. Amare è avere paura, piangere e soffrire ma non riuscire a dirsi addio, nonostante tutto, mai. Amare è provarci sempre, spostare i cocci rotti, medicarsi, guarirsi e avere la voglia di amarsi con più forza, con più amore. L'amore chiede amore, non lascia... Perciò resta».
Una frase che potrebbe far pensare a una storia finita e ad un inconsolabile dolore che la giovane età non ti aiuta a gestire.
Di amici e persone che gli volevano bene Marco ne aveva davvero tanti, basti solamente vedere in quanti gli avevano inviato messaggi augurali lo scorso 19 marzo, il giorno in cui aveva compiuto vent'anni. Marco aveva frequentato la scuola primaria a Gaggio, poi è passato alle medie a Marcon presso il comprensivo Malipiero e continuato gli studi alla scuola di formazione professionale Don Bosco di San Donà di Piave. Secondo quanto riportato nel suo profilo aveva già fatto anche delle esperienze lavorative: presso l'azienda Bettio Zanzariere Flyscreens di Marcon e come staggista all'officina Garbin in località Le Crete.
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Corriere Adriatico