Stupro in stazione, «Ragazza bipolare ha mentito. Ecco perché sono già liberi»

Stupro in stazione, «la ragazza è bipolare, ha mentito. Ecco perché i tre giovani sono già liberi»
NAPOLI - La sua storia ha fatto parlare tutta Italia: ma su quanto è accaduto quella sera, non è tutto chiaro. Lo stupro, o presunto stupro nell'ascensore della...

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NAPOLI - La sua storia ha fatto parlare tutta Italia: ma su quanto è accaduto quella sera, non è tutto chiaro. Lo stupro, o presunto stupro nell'ascensore della stazione della Circumvesuviana di San Giorgio a Cremano, ad opera di tre giovani, vittima una 24enne di Portici, ha ancora risvolti oscuri: a partire dalla scarcerazione dei tre presunti violentatori, Raffaele Borrelli, Alessandro Sbrescia e Antonio Cozzolino, che sono tornati tutti in libertà.


Le motivazioni saranno rese note nei prossimi giorni, ma spuntano già indiscrezioni: secondo quanto riporta Fanpage, in un articolo a firma di Rosaria Capacchione - cronista anticamorra ed ex senatrice - i tre ragazzi sarebbero stati scarcerati perché il racconto della 24enne non sarebbe stato ritenuto credibile. La presunta vittima avrebbe infatti mentito, smentendosi e contraddicendosi più volte durante il suo racconto, sia con la polizia, sia in ospedale o con i giornalisti, per quanto riguarda il fatto di conoscere già quei ragazzi e sulla dinamica dell’aggressione.

La causa sarebbe la sua malattia: la giovane soffrirebbe infatti di un grave disturbo della personalità, vicino al bipolarismo. La 24enne sarebbe infatti in cura presso il Dipartimento di salute mentale dell’Asl Napoli di Torre del Greco e San Giorgio a Cremano: problemi di anoressia, di disturbi psichiatrici, e anche eccessi sessuali e bugie patologiche, scrive Fanpage. Fino a pochi mesi fa era stata anche ricoverata in una struttura specializzata in Emilia Romagna, ma non aveva avuto miglioramenti. I video delle telecamere della stazione avrebbero inoltre filmato i suoi lunghi abbracci con uno dei tre giovani, con cui entra poi in ascensore.


«Dopo che il corpo era diventato scarto e oggetto, ho provato una sorta di distacco da esso. Il mio corpo, sede della mia anima, così sporco», aveva scritto in una lettera pochi giorni fa, in cui sentiva di non essere creduta. «Mi sembrava di essere avvolta dalla nebbia mentre mi trascinavo su quella panchina dopo quelli che saranno stati 7 o 8 minuti». Una storia complicata, in cui la verità è ancora ben lontana, e il cui clamore mediatico potrebbe nuocere sia alla giovane donna, sia ai tre ragazzi, che fino a prova contraria sarebbero innocenti. Nei prossimi giorni la pubblicazione delle motivazioni dei giudici del Riesame di Napoli potrebbe togliere un velo, il primo, ai tanti misteri di questa vicenda.
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Corriere Adriatico