Sgarbi, scontro alla Camera con Fico: «Non metto la mascherina, vi porterò un certificato medico» /Video

Sgarbi, scontro alla Camera con Fico: «Non metto la mascherina, vi porterò un certificato medico»
Nuovo show alla Camera per Vittorio Sgarbi durante il dibattito dopo l'informativa del premier Giuseppe Conte, che a Montecitorio ha parlato del Dpcm per...

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Nuovo show alla Camera per Vittorio Sgarbi durante il dibattito dopo l'informativa del premier Giuseppe Conteche a Montecitorio ha parlato del Dpcm per limitare i contagi della seconda ondata di Covid-19. Sgarbi, che già nei mesi scorsi aveva avuto qualche battibecco in Parlamento riguardo l'uso della mascherina, si è rivolto al presidente della Camera Roberto Fico dicendogli: «Per non portare la mascherina, le porterò un certificato medico». 

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«L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, non sulla sanità», ha aggiunto Sgarbi. «Purtroppo mi farò fare un certificato medico perchè ho problemi di respirazione e sono uno di quelli che potrebbe non portarla secondo il Dpcm. Lo porterò a lei, illustrissimo signor Fico», ha detto Sgarbi dopo che il presidente della Camera lo aveva invitato ad indossare correttamente la mascherina. «Allora lo porti», è stata la replica di Fico. «Potrò parlare senza censura», la controreplica di Sgarbi.

 

 

«Dobbiamo proteggere gli anziani, stare attenti a loro. Far preoccupare i giovani per quello che non li riguarda è un'azione cri-mi-na-le dell'informazione, deve dire la verità, non può continuare a dare dei dati che seminano soltanto il terrore. Quello che il coronavirus ha fatto è colpire le nostre teste. L'articolo primo della Costituzione non dice che la Repubblica italiana è fondata sulla sanità, ma sul lavoro, e avete tolto il lavoro a milioni di italiani che sono nelle condizioni di non vivere più».

 

«Se la televisione non parlasse tutti i giorni dodici ore solo di coronavirus -ha aggiunto- avremmo la capacità di difendersi da soli, senza essere impauriti da minacce, non tutte corrispondenti al vero e tutte invece costruite sui Dpcm, con le proibizioni. C'è una malattia, ma nessuno si è preoccupato di contrastare l'epatite C, le tante malattie che ci circondano, viviamo nell'orrore di una malattia che abbiamo amplificato fino a farla diventare una peste. Non è così e i giovani devono essere liberi». 

 

 

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Corriere Adriatico