«Sono disgustata, letteralmente schifata per quello che hanno fatto a mia figlia, il cui nome è finito in una delle tante “Storie” Instagram pubblicate in...
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«Su sul suo conto sono state raccontate falsità di ogni genere, in riferimento ad un presunto rapporto sessuale che avrebbe avuto con un ragazzo più grande di lei. Mia figlia è sconvolta, ha chiesto informazioni ad alcuni coetanei per risalire agli autori dei post. Per fortuna la “Storia” è rimasta in rete per sole 24 ore».
I genitori della ragazza hanno intenzione di sporgere denuncia alle forze dell’ordine e, nei prossimi giorni, si recheranno per parlarne con la preside. «Siamo preoccupati - spiegano - che con l’inizio dell’anno scolastico questo fenomeno possa degenerare ulteriormente. A quest’età i ragazzi sono molto fragili, poiché ancora alla scoperta di loro stessi. Per questo la loro privacy deve essere tutelata».
Luisa ne ha anche per i genitori dei cyberbulli: «Perché non controllano ciò che fanno i loro figli? Ormai sui social la situazione è del tutto fuori controllo. Il mio timore, ripeto, è che mia figlia, che ha soli 13 anni, possa essere etichettata come una poco di buono. Non è possibile iniziare una nuova esperienza scolastica con questo peso sulle spalle».
La preoccupazione è palpabile anche tra altri genitori del territorio. Molti hanno saputo di quanto accaduto solo dopo la pubblicazione degli articoli di stampa. «Siamo troppo morbidi con i nostri figli - aggiunge Margherita, mamma di un ragazzo iscritto al liceo scientifico Emilio Segrè - forse è il caso di rivedere le nostre modalità educative: li abbiamo viziati troppo, accontentati in tutto e spesso ne giustifichiamo i comportamenti, tanto che ora a stento riescono a capire il limite oltre cui non si deve mai andare. Mio figlio non è finito nel tritacarne di Instagram, ma sono ugualmente preoccupata per quanto sta accadendo alle altre famiglie». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico