Sesso, «gli adolescenti italiani lo fanno per noia»: l'analisi choc

Sesso, «gli adolescenti italiani lo fanno per noia»: l'analisi choc
ROMA - Il rapporto che gli adolescenti italiani hanno con il sesso non è certo idilliaco. Rapporti 'facilì e non protetti, immagini provocanti o addirittura...

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ROMA - Il rapporto che gli adolescenti italiani hanno con il sesso non è certo idilliaco. Rapporti 'facilì e non protetti, immagini provocanti o addirittura prestazioni 'vendutè per pagarsi la ricarica del cellulare, giovanissime che ricorrono sempre più spesso alla contraccezione d'emergenza.


«In Italia gli adolescenti fanno sesso per noia, mancanza di attenzione e rispetto per il proprio corpo», sostengono gli esperti della Federazione italiana di sessuologia scientifica (Fiss), che dal Congresso nazionale congiunto Fiss-Sic (Società italiana di contraccezione) in corso a Taormina lanciano l'allarme «banalizzazione del sesso». Per gli specialisti «il quadro è preoccupante: negli ambulatori ginecologici c'è la fila delle 15enni che chiedono la pillola del giorno dopo o l'interruzione di gravidanza - denunciano una nota - A essere vittime del sesso facile e delle scarse conoscenze sulla contraccezione sono soprattutto le ragazze che per poco, una ricarica del cellulare, una borsa o qualche euro, si prostituiscono con i coetanei».


 È «una realtà inquietante per chi apprende per la prima volta questo fenomeno - commenta Salvo Caruso, ginecologo, docente dell'università di Catania e past president della Fiss - Ma non fa notizia per chi lavora tutti i giorni per risolvere incidenti di percorso a cui vanno incontro gli adolescenti, in questo caso le adolescenti. Una cosa è certa: gli adolescenti fanno sesso a rischio non solo per gravidanze indesiderate, ma anche per malattie sessualmente trasmesse la cui infezione non è così pronta a dare segni di sé». Per la Fiss questa fotografia è la prova «dell'insuccesso di progetti educativi/informativi rivolti agli adolescenti. Progetti non codificati, random, insufficienti. È ora che nel nostro Paese si insegni nelle aule l'educazione alla sessualità e ai sentimenti come materia con crediti scolastici». E bisognerebbe anche «educare gli adulti (genitori) all'affettività verso i loro ragazzi, a trasmettere loro principi di sicurezza e di prevenzione, a essere loro più vicini».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico