Scontri tra ultrà in autostrada, l'avvocato del tifoso romanista arrestato: «Non premeditati, falle in gestione ordine pubblico»

Scontri tra ultrà in autostrada, l'avvocato del tifoso romanista arrestato: «Non premeditati, falle in gestione ordine pubblico»
«Scontri preparati a tavolino? Ricostruzione illogica». A parlare è l’avvocato Lorenzo Contucci difensore legale dell’ultras romanista finito...

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«Scontri preparati a tavolino? Ricostruzione illogica». A parlare è l’avvocato Lorenzo Contucci difensore legale dell’ultras romanista finito in ospedale e processato per direttissima dopo la maxi-rissa sull'A1 di ieri con i tifosi del Napoli. Contucci si è recato ad Arezzo dove ha letto il verbale d’arresto, l’udienza però, è slittata a domani per un vizio procedurale.

 

 

 

Scontri tra ultrà, parla l'avvocato

«La ricostruzione degli avvenimenti fatta dalla polizia è in linea con quello che è accaduto», spiega il legale. Un gruppo di ultras napoletani (circa 150) è stato raccolto dalle forze dell’ordine presso l’area di servizio Badia al Pino (Arezzo) in attesa del passaggio in autostrada degli ultras romanisti. Quando il gruppo di giallorossi è passato davanti la stazione di sosta, i partenopei hanno lanciato sassi, fumogeni e oggetti di qualunque tipo contro le macchine in transito. Un centinaio di metri dopo l’autogrill i furgoni aggrediti hanno accostato sulla corsia di emergenza, alcuni sono anche tornati indietro in retromarcia e sono cominciati gli scontri.

 

La gestione dell'ordine pubblico

Tutto confermato, dunque, l’avvocato non ravvisa nessuna incoerenza con la ricostruzione della polizia, anche se il contatto tra tifoserie si sarebbe potuto evitare: «Ci sono state delle falle nella gestione dell’ordine pubblico», spiega Contucci. La Questura d’Arezzo avrebbe sottovalutato il pericolo - secondo il legale - inviando poco personale in tenuta antisommossa. A bloccare le entrate dell’autogrill, infatti, era la polizia stradale con delle auto di pattuglia e non con i camion blindati del reparto celere. Inoltre, se gli scontri fossero stati premeditati, i romanisti non si sarebbero presentati in netta inferiorità numerica sprovvisti delle classiche “armi” da ultras (catene, bastoni e mazze), come testimoniano le decine di video girati in rete e sulle chat Whatsapp. I giallorossi, infatti, per difendersi hanno utilizzato solamente i bastoni delle bandiere. Insomma, l’impressione che si tratti di un agguato prende sempre più corpo. Inoltre, è possibile che delle “vedette” ultras del Napoli, abbiano seguito i romanisti di nascosto sin dal casello d’uscita della Capitale e avvertito i compagni a Badia al Pino del loro arrivo.
 

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Corriere Adriatico