TARQUINIA - I finanzieri del Comando Provinciale di Viterbo hanno eseguito, a Tarquinia (Viterbo) una misura cautelare personale interdittiva nei confronti di una maestra di...
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Le indagini, dirette dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Civitavecchia Dottor Andrea Vardaro e dal Sostituto Procuratore Dottoressa Alessandra D'Amore ed eseguite dai Finanzieri della Compagnia di Tarquinia, comandata dal Capitano Antonio Petti, sono scattate immediatamente a seguito di apposite segnalazioni ai finanzieri di alcuni genitori che avevano notato significativi cambiamenti nei comportamenti dei bambini che man mano si mostravano terrorizzati all'idea di dover andare a scuola. Molteplici gli episodi portati a conoscenza degli investigatori. Tra questi il caso di una bambina che, sempre volenterosa e felice di andare a scuola, ha cominciato a rifiutarsi affermando che «la maestra mi picchia, tira i pizzichi ai compagni». La stessa si mostrava addirittura terrorizzata anche nel colorare i disegni al di fuori dei bordi perché, raccontava, «se cadono i colori la maestra mi picchia». Inoltre la bambina era divenuta violenta ed aveva continui incubi notturni.
Altro caso quello di un bimbo, anch'egli inizialmente calmo e tranquillo, che dopo alcuni mesi dall'inizio della scuola ha cominciato ad essere violento ed aggressivo con schiaffi e parolacce. Anche il bimbo ha riferito ai genitori che la maestra lo picchiava. In sostanza tutti i genitori riferivano di uno stato di crescente ansia di cui erano vittime i bambini dopo un paio di mesi dall'inizio della scuola. A dette segnalazioni si era poi aggiunta la pronta denuncia del dirigente scolastico cui si erano rivolti altri genitori per segnalare analoghi comportamenti dei propri figli. Le intercettazioni ambientali e le videoriprese disposte dall'Autorità Giudiziaria di Civitavecchia hanno permesso di confermare come la maestra abbia usato violenze fisiche e psicologiche nei confronti dei piccoli alunni.
Durante la giornata scolastica l'insegnante adottava un linguaggio intriso di minacce verbali ed ingiurie, usando violenza fisica (presa per le orecchie, schiaffi, strattoni) nei confronti di alcuni bambini e bambine, addirittura anche nei confronti di un bambino diversamente abile.
Corriere Adriatico