Saman Abbas, il fidanzato a Chi l'ha visto: «Aveva tentato il suicidio, la sua famiglia è mafiosa»

Saman Abbas, il fidanzato a Chi l'ha visto: «Aveva tentato il suicidio, la sua famiglia è mafiosa»
Il fidanzato di Saman Abbas, intervistato dalla trasmissione Chi l'ha visto, ha raccontato quello che è accaduto alla 18enne di origine pachistana, scomparsa...

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Il fidanzato di Saman Abbas, intervistato dalla trasmissione Chi l'ha visto, ha raccontato quello che è accaduto alla 18enne di origine pachistana, scomparsa da Novellara (Reggio Emilialo scorso 30 aprile e di cui si sospetta l'omicidio da parte di componenti della sua famiglia. La giovane coppia si era conosciuta su TikTok e poi, dopo il primo incontro, era nato l'amore. Si amavano Saman e Saqib e per questo avevano deciso di sposarsi così da poter vivere per sempre insieme. Ma da subito la loro relazione viene messa a dura prova dalla famiglia di Saman: «Mi ha raccontato che l'avevano fatta fidanzare con un cugino e che doveva sposarlo, ma lei non voleva - ha detto il giovane - a marzo 2020 ha tentato il suicidio con dei farmaci».

 

Saman, parla il fidanzato

La scorsa estate, dopo il tentato suicidio, era fuggita in Belgio, trovata e costretta a tornare dai genitori, che le comprarono un biglietto per fine dicembre per andare in Pakistan e sposare il promesso sposo. Ma lei non voleva, chiese aiuto ai servizi sociali di Novellara e finì in una comunità a Bologna: il problema però nasce nel momento in cui i suoi documenti restano a casa dei genitori. «Il 15 o 16 gennaio ci siamo visti per la prima volta - racconta il fidanzato - il 27 gennaio il padre è andato in Pakistan e sono entrati in casa mia. Hanno fatto video con i telefonini, hanno detto di dirmi che sapevano dove vivevo e che se non lasciavo Saman avrebbero ammazzato tutti». «L'11 aprile - aggiunge - Saman venne a Roma con me, volevamo sposarci. Ma lei non aveva i documenti». A quel punto il 20 aprile la 18enne va dai genitori, dice che ha lasciato il fidanzato e cerca di riprendersi i documenti: ma ascolta un messaggio vocale su WhatsApp inviato da suo zio materno a sua mamma, in cui dice «uccidiamola, questa può fare cose strane un'altra volta o può scappare».

 

Saman è sconvolta: «Le ho detto di chiamare subito i carabinieri - dice il fidanzato - ma lei voleva solo prendere i documenti e scappare via». Qualche giorno dopo, il 30 aprile, un cugino entra in casa sua e la prende a schiaffi rimproverandole di non aver chiuso la sua relazione: lei sbotta, chiede ancora i documenti ma non glieli danno. «Le ho suggerito di stare tranquilla e di cancellare la conversazione con me per non farli insospettire - aggiunge - mi aveva avvisato che se non l'avessi sentita per 2-3 giorni sarei andato dai carabinieri. E così ho fatto». Quella notte Saman scompare: il suo corpo non è ancora stato ritrovato. «La famiglia di Saman è mafiosa - ha concluso - spero che sia stata rapita e che sia ancora viva».

 

 

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Corriere Adriatico