Immigrato col piccone distrugge il condominio privato: terzo attesto

Nigeriano col piccone semina il panico a Roma: arrestato tre volte in due giorni
ROMA - Vista la gravità e la recidività delle sue azioni, sarà processato per direttissima. Qualcosa, però, non ha funzionato se per due giorni...

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ROMA - Vista la gravità e la recidività delle sue azioni, sarà processato per direttissima. Qualcosa, però, non ha funzionato se per due giorni consecutivi un intero quartiere di Roma ha vissuto nel terrore per la sua presenza.


Siamo a Torre Angela, nella periferia sud-orientale della capitale: un nigeriano di 31 anni, con gravi problemi di tossicodipendenza, ha seminato il panico nella zona per ben due giorni ed è stato arrestato tre volte dalla polizia. Il primo arresto, come riporta Roma Today era arrivato alle 13.30 di lunedì scorso: l'uomo era stato fermato in via Adamantea dopo aver fatto irruzione in una chiesa in via di Torrenova, distruggendo anche una statua religiosa e danneggiando gli specchietti di alcune auto in sosta.



Gli agenti lo hanno portato in ospedale per gli accertamenti necessari, ma già nel tardo pomeriggio dello stesso giorno il 31enne era tornato a colpire. Dopo aver tentato invano di entrare in un condominio di via Dionisio, poi è riuscito a raggiungere il cortile interno di un complesso di palazzine poco distante. Qui, armato di piccone, ha iniziato a distruggere vasi e qualsiasi cosa gli capitasse a tiro, mentre i residenti terrorizzati lo riprendevano. Dopo aver devastato la zona, è uscito con il piccone in spalla come se niente fosse. In serata il nuovo intervento della polizia, che lo ha fermato, denunciato e rilasciato.



Anche nella giornata di ieri il 31enne ha terrorizzato il quartiere, seminando il panico tra via Endimione e via Selene. La polizia è intervenuta ancora e due agenti sono rimasti contusi nel tentativo di fermarlo. Ora sarà processato per direttissima per danneggiamento e per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, ma nel quartiere i residenti hanno paura: «Ci sentiamo abbandonati da tutti, dobbiamo girare col terrore e sempre pronti a chiedere aiuto, la situazione è insostenibile». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico