ROMA - Era un poliziotto modello, Alberto B., a capo dell'ufficio reperti del commissariato del quartiere Torpignattara di Roma. Dal 1989 ad oggi aveva ricevuto numerosi...
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"Non riuscivo a fronteggiare le spese ordinarie", ha detto. Per questo motivo dal 2008 al 2016, quando era responsabile di prendere in consegna il denaro confiscato durante gli arresti ne teneva da parte un po' per pagare il condominio. Andato in pensione, è stato scoperto.
Sono almeno 8 gli episodi sotto accusa. Da piccole somme come i 55 euro rubati dal caso di un marocchino fino ai 905 euro di un cittadino africano. Un totale di 2.200 euro messi in tasca propria e invece di essere versati in banca finivano nelle casse del condominio.
Poi è stato scoperto, complice un dissequestro non andato a buon fine. L'uomo arrestato doveva riavere indietro i suoi soldi, ma nel Commissariato libretto infruttifero a suo nome non c'era. Da qui l'indagine e dopo una onorata carriera Alberto finisce sul banco degli imputati con l'accusa di peculato con l’aggravante della continuazione.
«Mi trovavo difficoltà economica, ho due figli e sono l’unico in famiglia che lavora. Li ho usati per pagare le spese del condominio e le bollette», avrebbe detto l’uomo agli inquirenti. A questo punto il patteggiamento. L'uomo è stato condannato a un anno e 8 mesi, con pena sospesa, oltre alla restituzione della cifra sottratta. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico