PESCARA - Voci dalla notte durata sessanta ore, nel resort da fiaba trasformato in prigione di neve: così hanno resistito, bevendo il ghiaccio e stringendosi per...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
È stato operato a un braccio Giampaolo Matrone, 34 anni, il pasticciere di Monterotondo estratto vivo dalla trappola di ghiaccio e macerie dell'hotel Rigopiano nella tarda serata di venerdì. L'intervento è durato poco più di un'ora, nessuna frattura, ma solo problemi di compressione dell'arto che era rimasto bloccato da una trave e già domani potrebbe essere dimesso dall'ospedale di Pescara dove si trova ricoverato. Ma della moglie, Valentina Cicioni, 32 anni, infermiera al Policlinico Gemelli, originaria di Mentana, non ci sono ancora notizie. Giampaolo avrebbe raccontato ai soccorritori di avere tenuto la mano della moglie per tutto il tempo, «le stringevo la mano e le parlavo per tenerla sveglia perché volevo che rimanesse sempre vigile. La chiamavo, poi a un certo punto non l'ho sentita più e ho capito che mi stava lasciando».
Le sue parole prima di arrivare nel reparto di Rianimazione dell'ospedale Santo Spirito. Matrone avrebbe detto anche che vicino a lui c'era un'altra donna che però non dava segnali di vita. Parole, però, fermamente smentite dal fratello Marco attraverso la protezione civile: «Giampaolo non ha parlato con nessuno, è andato direttamente in ospedale, non ha detto che Valentina è morta». In serata Marco ha rincuorato gli amici: «Giampaolo è scioccato e preoccupato. Per Valentina, ci danno speranze perché i soccorritori sentono ancora delle voci. Ma i soccorsi sono complicati».
I sopravvissuti hanno perso coscienza del tempo che stava passando, avvolti dall'angoscia di chi non sa se qualcuno verrà a salvarti. Quando hanno sentito le voci dei soccorritori, hanno cominciato a gridare e allora le forze si sono moltiplicate. «Che giorno è? Quanto tempo è passato?» ha chiesto ai soccorritori una delle ragazze salvate ieri. E poi c'è la Nutella. Perché la prigione di ghiaccio non è stata uguale per tutti. I tre bambini, riuniti nella sala biliardi dell'Hotel Rigopiano, si sono ritrovati in una bolla surreale, ricoperta da una valanga, ma come il piccolo protagonista di The Room, erano isolati dal mondo esterno. Hanno resistito facendosi forza tra di loro, mangiando la crema spalmabile che appare sul tavolo delle foto diffuse dai vigili del fuoco, parlando con gli adulti come Adriana Parete, la madre di Ludovica e Gianfilippo e moglie di Giampiero, il cuoco che era uscito per prendere delle medicine in macchina e per primo ha dato l'allarme. «Io avevo solo una bottiglietta d'acqua - ricorda Adriana - fino a quando ho potuto mi sono aggrappata a quella, ho fatto bere mio figlio Ludovico, l'ho tenuto stretto, l'ho riscaldato». Al buio, con la difficoltà di orientarsi, Adriana urlava, tentava di parlare alla figlia Ludovica che era con gli altri due bambini nella sala biliardo dell'hotel.
Continua a leggere su Il Mattino Digital Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico