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«Apri questa lettera in caso dovessi morire o subire violenza». È con queste parole che don C.L., ex parroco del Pescarese, ha consegnato una busta a Nicola Sassanelli, maresciallo dei carabinieri e suo amico. A raccontarlo, ieri in udienza al tribunale di Pescara, è stato lo stesso militare. «In quel periodo, avevo notato che il sacerdote era parecchio agitato, ma non voleva dirmene il motivo – ha spiegato Sassanelli al giudice –. Io lo spronavo a fare denuncia, ma, siccome lui non ne aveva intenzione, gli ho consigliato di lasciarmi almeno una memoria scritta».
Tre anni fa
Così, a giugno 2020, il prete ha scritto la missiva e l’ha sigillata in una busta: questa è rimasta per oltre tre anni a casa del maresciallo e, finalmente, ieri è stata aperta.
Versati 500mila euro
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, infatti, il prete avrebbe versato alla famiglia almeno mezzo milione di euro in cinque anni. Lancia sarebbe stato sedotto dalla donna e si sarebbe recato a casa di questa per un appuntamento romantico. Quando la situazione iniziava a scaldarsi, però, ecco rincasare il marito furibondo, il quale avrebbe minacciato il sacerdote anche con una pistola. Da allora, il prete sarebbe stato ricattato e, con le spalle al muro, avrebbe chiesto soldi in prestito a familiari, amici e parrocchiani.
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