Ferma donna in auto: «Mi aiuti, mia moglie sta male». La rapina e la stupra per ore

Ragusa, ferma donna in auto: «Mi aiuti, mia moglie sta male». La rapina e la stupra per ore
Stava tornando a casa in auto dopo aver festeggiato il suo compleanno quando vede un uomo in mezzo alla strada che la prega di fermarsi: «Mi aiuti, la prego, mia moglie ha...

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Stava tornando a casa in auto dopo aver festeggiato il suo compleanno quando vede un uomo in mezzo alla strada che la prega di fermarsi: «Mi aiuti, la prego, mia moglie ha avuto un malore, devo chiamare i soccorsi». E' il 2 settembre scorso, sono le 2 di notte, e per Paola (il nome è di fantasia) quel passaggio in auto sarà la sua condanna. La ragazza prende il cellulare per chiamare i soccorsi ancora seduta in macchina, quando quell'uomo glielo strappa dalle mani, infila il braccio dal finestrino e apre lo sportello. Con una grossa pietra in mano minaccia di ucciderla: «Spostati e fammi guidare». Porta Paola nella zona del cimitero di Vittoria, cerca una strada isolata e al buio, ferma l'auto, prende il portafogli della vittima, le sottrae 250 euro e tira fuori la carta d'identità. Poi legge ad alta voce tutti i dati e rivolgendosi alla donna le dice: «Adesso so tutto di te, quindi se non vuoi avere problemi devi fare tutto quello che ti dico altrimenti ammazzo te e la tua famiglia». La violenta. La descrizione resa dalla vittima - dicono gli inquirenti - è talmente atroce che la ragazza ha enormi difficoltà a raccontare l'accaduto. Ormai Paola è diventata preda del suo aguzzino che decide di portarla a Marina di Ragusa  in spiaggia dove la costringe ad ascoltare i lamenti sulla moglie e la lite avuta poche ore prima con lei. 


Sono già le 4, nessuno passa da lì, aveva piovuto ed è lunedì notte; la ragazza è sotto choc, continua a pensare che lui sa tutto di lei e poi quelle minacce gravissime. Dopo 15 minuti trascorsi a Marina di Ragusa la riporta a Vittoria e «non pago per tutto il male fatto torna nuovamente dove l'aveva condotta la prima volta e la violenta ancora. Poi, come se nulla fosse, ma sempre sotto le continue minacce, la fa guidare fino ad una piazzetta vicino casa sua e si fa lasciare li; prima di scendere ribadisce ulteriormente le minacce di morte»,'raccontano gli investigatori. E' passata un'ora, sono le 5 del mattino, la vittima per la paura non chiama la Polizia ma chiede aiuto agli amici con i quali aveva trascorso il suo compleanno. Loro stanno dormendo tutti, i telefoni sono senza suoneria, la donna decide di inviare un messaggio vocale alla sua amica che le aveva organizzato la festa, in quel messaggio trova la forza di raccontare tutto, ma l'amica dormiva, solo qualche ora dopo legge i messaggi e subito si affretta a raggiungerla per darle conforto ma la ragazza è già in Questura a Ragusa. Non avendo trovato gli amici è costretta a chiamare i genitori con i quali convive ma che non voleva far preoccupare. La donna è ferma in macchina non si muove, i familiari la raggiungono e portano in ospedale. I medici, informati di quanto accaduto, chiamano subito la Polizia di Stato.


Paola viene affidata ai medici e psicologi ma gli operatori di Polizia danno avvio alle indagini con alcuni elementi riferiti dalla vittima. Il meticoloso lavoro degli investigatori ha permesso di riscontare quanto dichiarato dalla vittima, così, ogni passaggio del racconto ha trovato un match positivo dalle immagini di videosorveglianza. «Quando si è avuta certezza sull'identità dell'indagato gli investigatori si sono messi sulle sue tracce; quando è stato individuato era intento a camminare lungo una strada vicino casa sua ed alla vista degli agenti di Polizia ha tentato di fuggire ma è stato subito bloccato», spiegano dalla Mobile. Alla luce delle risultanze investigative e proprio per il tentativo di fuga messo in atto dall'indagato, gli uomini della Polizia di Stato hanno sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria un uomo di 26 anni.   Ad incastrare l'uomo fermato nel Ragusano per sequestro di persona e abuso sessuale sono state anche le telecamere, oltre alla denuncia, dettagliata, della vittima.
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Corriere Adriatico