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L’altro filone dell’inchiesta del Nas che parte dalle liste d’attesa e plana sul malcostume, possa per una radiologa dell’ospedale di Castiglione del Lago che ha presentato (avrebbe) un certificato medico bello lungo per andare a fare la gettonista al Pronto soccorso di una Asl di Venezia. Il dubbio che qualche cosa non funzionasse, su tutte le assenze sulla malattia, sarebbe arrivata anche ai vertici dell’azienda sanitaria. Logico, allora che si siano mossi i Nas.
I carabinieri del Nucleo tutela della salute hanno attivato i colleghi di Parma e Treviso per acquisire la documentazione nelle due cooperative (una letteralmente sparita) che avevano rapporti con la Asl veneta per verificare che effettivamente, la radiologa Olga Bisaccia, in forza all’ospedale di Castiglione del Lago, stesse lavorando per un altro ospedale pubblico. Da quello che avrebbero scoperto i Nas la presenza era su un turno di dodici ore di lavoro con una decina di giorni al mese a fronte di venti in cui la malattia era effettivamente rispettata. Ma con una particolarità: il domicilio per le visite fiscali che poteva mandare la Asl 1 sarebbe stato piazzato in Spagna. Logico che il controllo della malattia diventata impossibile.
L’inchiesta si è mossa anche su altri documenti.
L’indagine del Nas sui casi di Terni e Castiglione del Lago è, di fatto, chiusa. Resta tutta la partita legata a eventuali procedimenti disciplinari che verranno attivati da Azienda ospedaliere Santa Maria di Terni e Asl 1. Un procedimento che verrà innescato nel momento in cui le due aziende sanitarie riceveranno gli incartamenti da parte della Procura per gli adempimenti previsti. Come è successo per la super inchiesta di Concorsopoli.
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