Colosseo e Fori Imperiali chiusi per assemblea: la rabbia dei turisti

Colosseo e Fori Imperiali chiusi per assemblea: la rabbia dei turisti
ROMA - Chiusi stamane per assemblea sindacale i siti archeologici più importanti della Capitale: Colosseo, Foro Romano e Palatino, Terme di Diocleziano e Ostia Antica. È quanto...

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ROMA - Chiusi stamane per assemblea sindacale i siti archeologici più importanti della Capitale: Colosseo, Foro Romano e Palatino, Terme di Diocleziano e Ostia Antica. È quanto si apprende da fonti della Sovrintendenza archeologica. L'apertura dei siti è stata ritardata alle 11:30, quando dovrebbe finire l'assemblea.










Delusione tra i turisti: «Ok, we have to come back later» commentano i più. Un cartello apposto davanti l'ingresso recita che l'Anfiteatro Flavio resterà chiuso fino alle 11 per assemblea sindacale dei lavoratori. Ma la notizia non era nota ai turisti, che si sono comunque messi in coda. Ad avvertire la folla sono per lo più i centurioni. «Ah, è chiuso? Ma non c'è nessun avviso se non dentro, praticamente», lamenta una signora, appresa la notizia. Un gruppo di turisti inglesi hanno comprato ieri il biglietto sul sito internet per saltare la fila: «Potevano scriverlo almeno lì, ci saremmo organizzati», dicono.



«Abbiamo giusto due giorni, Roma è grande, avremmo fatto altre scelte», lamenta una donna polacca. Colte di sorpresa anche le guide turistiche. Una ragazza che accompagna una comitiva polacca cerca qualcuno cui chiedere lumi, poi si rassegna: «Faremo prima il foro, poi verremo qui al Colosseo. Certo, è una bella delusione per i turisti». Qualche confusione anche tra le forze dell'ordine, che lamentano di «non essere stati avveriti». Nel frattempo la coda si ingrossa, i turisti arrivano all'ingresso e tornano indietro: l'unico avviso si trova praticamente oltre il cancello.



«La chiusura ai visitatori dei principali siti archeologici della Capitale questa mattina, motivata da un'assemblea sindacale (peraltro regolarmente convocata), porta, ancora una volta, alla ribalta l'urgenza di ricomprendere la fruizione dei beni culturali tra i servizi pubblici essenziali». È quanto scrive il Garante degli scioperi Roberto Alesse, in una nota.
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Corriere Adriatico