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Il Presidente del Consiglio Mario Draghi è intervenuto al Global Health Summit presieduto dallo stesso premier e dalla presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen. Il Summit è concepito come un'opportunità per il G20 e per tutti i leader invitati per condividere le "lezioni" apprese nell'attuale pandemia per migliorare le risposte alle future crisi sanitarie. «Dopo un anno e mezzo, stiamo iniziando a vedere la fine di questa tragedia. Per la prima volta, la normalità si avvicina», ha detto Draghi nel suo intervento.
La crisi - «Il nostro piano per i paesi a basso reddito deve andare oltre la risposta sanitaria immediata. Oltre alla sconvolgente perdita di vite umane, l'attuale crisi ha avuto pesanti ripercussioni sulle opportunità economiche, sui sistemi educativi e sulle infrastrutture sociali. Il rischio è che la disuguaglianza nell'acceso ai vaccini porti a maggiori disparità di reddito», ha continuato il premier Mario Draghi. «L'Italia ha promosso una strategia in quattro punti per aiutare i paesi più fragili del mondo. Allocare diritti speciali di prelievo, per sostenere la bilancia dei pagamenti dei paesi bisognosi. Rifornire rapidamente l'Associazione Internazionale per lo Sviluppo. Incoraggiare le banche multilaterali di sviluppo a potenziare le loro attività di finanziamento netto. E sospendere temporaneamente i pagamenti relativi al rimborso del debito per proteggere i paesi bisognosi. L'Italia è stata uno dei paesi colpiti per primi e più duramente dalla pandemia - ricorda il presidente del Consiglio - Abbiamo imparato le nostre lezioni e vogliamo metterle a frutto. Nella veste di presidenza del G20, vogliamo guidare la spinta globale a progettare migliori risposte globali alle crisi sanitarie attuali e future».
I vaccini - «Dobbiamo anche aiutare i paesi a basso reddito, compresa l'Africa, a produrre i propri vaccini.
«La pandemia da Covid-19 ha devastato le nostre società. Più di 3,4 milioni di persone sono morte a causa del virus secondo i dati ufficiali, ma il bilancio delle vittime è sicuramente molto più alto. L'anno scorso, l'equivalente di 255 milioni di posti di lavoro a tempo pieno sono andati persi a livello globale, pari a circa quattro volte quelli persi durante la crisi finanziaria. Almeno 1,5 miliardi di studenti non avevano frequentato la scuola nel marzo dello scorso anno. Circa 700 milioni di studenti, ancora oggi, non ricevono un'istruzione in presenza. La crisi globale non è finita. Dobbiamo agire in fretta, altrimenti questi costi umani, economici e sociali rischiano di salire ancora in modo significativo», ha spiegato il premier.
Brusaferro: «Una crisi come questa, senza precedenti, chiede risposte senza precedenti»
«In Europa - prosegue - abbiamo risposto in modo energico e coordinato. I nostri medici e infermieri hanno assistito migliaia di pazienti, spesso in ospedali sovraffollati. La mia gratitudine va a loro per il loro servizio così altruista, che è costato la vita a molti di loro. I nostri governi e le nostre banche centrali hanno avviato diversi cicli di stimoli fiscali e monetari, che hanno contribuito a salvare posti di lavoro e prevenire fallimenti indesiderati. I nostri scienziati hanno sviluppato una serie di vaccini efficaci, con una velocità senza precedenti. Li stiamo somministrando velocemente, iniziando dagli anziani e dai più fragili, e garantendoli gratuitamente a tutti. Dopo un anno e mezzo, stiamo iniziando a vedere la fine di questa tragedia. Per la prima volta, la normalità si avvicina».
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Corriere Adriatico