A tavola, cuore più protetto se la carne è di pollo o tacchino

A tavola, cuore più protetto se la carne è di pollo o tacchino
ROMA - Mano rischi per la salute con pollo e tacchino nel piatto invece della carne rossa. Lo ricordano gli epserti della “Nutrition Foundation of Italy” che hanno realizzato...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ROMA - Mano rischi per la salute con pollo e tacchino nel piatto invece della carne rossa. Lo ricordano gli epserti della “Nutrition Foundation of Italy” che hanno realizzato il primo documento di consenso sul tema e in cui si sottolinea come un «adeguato consumo di carne bianca migliorerebbero la qualità complessiva della dieta della popolazione italiana».




In Italia, però, vince ancora la bistecca. E' rosso il 38% dei consumi mentre solo il 25% è riservato alle carni avicole, percentuale molto al di sotto della media europea: 13,6 kg all'anno a italiano contro 17,8 kg della media Ue solo per il pollo secondo dati Unaitalia e Avec 2014.Il documento - coordinato da Andrea Poli, presidente Nfi e Franca Marangoni, ricercatrice Nfi con il supporto di dievrsi specialisti italiani - sarà pubblicato sulla rivista scientifica internazionale “Food Nutrition Research”.





Nelle conclusioni del documento Nfi esclude ogni correlazione tra l'assunzione di pollame e la mortalità per cause cardiovascolari. Inoltre, dall'esame degli studi epidemiologici è emerso che a livelli più elevati di consumo di pollame, pesce e frutta a guscio corrisponde un rischio di eventi coronarici inferiore rispetto a quello legato al consumo di carni rosse.

Un dato legato soprattutto al basso tenore di ferro nella forma eme, di sodio e alla presenza di grassi polinsaturi nelle carni avicole.



In questo senso, si conclude nel documento di consenso, il consumo di carni avicole, in alternativa ad altre fonti proteiche, potrebbe rappresentare una strategia utile per controllare il rischio coronarico. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico