Pensione, dal maestro elementare alla colf: ecco chi può andarci a 63 anni. Tutte le nuove categorie

Pensione, dal maestro elementare alla colf: ecco chi può andarci a 63 anni. Tutte le nuove categorie
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Badanti, edili e maestre elementari. Sono questi i lavori che, dal 2022, potrebbero essere definiti gravosi e permettere a chi li svolge di andare in pensione prima. La Commissione istituzionale di studio sui lavori gravosi ha allungato la liste delle cosiddette mansioni usuranti, quelle che, secondo un'attenta analisi dei dati, si associano a malattie professionali e infortuni al di sopra la media: ora sono salite da 65 a 203.

 


Oggi sono considerati lavori usuranti, tra gli altri, quelli di conciatori, macchinisti, educatori degli asili nido, facchini. Adesso se ne aggiungerebbero molti altri (bidelli, falegnami, benzinai, insegnanti di scuole elementari, commessi e cassieri, forestali) anche se la lista dovrà comunque passare al vaglio dei ministeri competenti. Con la futura riforma delle pensioni chi svolge questi mestieri potrebbe beneficiare di un'uscita anticipata dal lavoro già a 63 anni. Il condizionale è d'obbligo perché il governo deve ancora decidere come intervenire su un tema molto divisivo come le pensioni.


Quel che è ormai certo è che a fine anno scadrà la sperimentazione di quota 100 e che, nonostante le resistenze del leader leghista Matteo Salvini, non verrà rinnovata. Ma non si tornerà per tutti alla legge Fornero che permette di andare in pensione solo dopo aver compiuto i 67 anni. Allo studio l'ipotesi di consentire, almeno a certe categorie, un'uscita anticipata a 63 anni con la cosiddetta Ape sociale rafforzata a patto che si sia svolto un lavoro usurante per 6 anni negli ultimi 7 o 7 negli ultimi 10.

 

Oggi l'Ape sociale è un assegno che può raggiungere anche i 1500 euro al mese e scatta con 63 anni di età e 36 di contributi. In pratica, è l'Inps (e dunque lo Stato) ad erogare un'indennità al lavoratore fino al raggiungimento dell'età prevista per la pensione di vecchiaia.


La soluzione di estendere l'Ape sociale non dispiace ai sindacati che però spingono per allargare la platea di coloro che avrebbero accesso all'indennità, con un'attenzione particolare ai lavori usuranti e alle donne.
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Corriere Adriatico