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CITTA' DEL VATICANO - «La povera mangiatoia fa emergere le vere ricchezze della vita: non il denaro e il potere, ma le relazioni e le persone». Papa Francesco entra in sedia a rotelle nella basilica di San Pietro per celebrare la messa di Natale in mondovisione, che ha anticipato alle 19:30 per non affaticarsi troppo. La riflessione che ha preparato per i settemila fedeli che riempiono la basilica si concentra sulla potenza di Gesù bambino e sul significato universale di pace che trasmette da duemila anni in qua a tutti gli uomini. Papa Bergoglio evoca subito i troppi conflitti che seminano dolore nel mondo esclamando: «Quante guerre! E in quanti luoghi, ancora oggi, la dignità e la libertà vengono calpestate! E sempre le principali vittime della voracità umana sono i fragili, i deboli. Anche in questo Natale un’umanità insaziabile di soldi, potere e piacere non fa posto, come fu per Gesù ai più piccoli, a tanti nascituri, poveri, dimenticati. Penso soprattutto ai bambini divorati da guerre, povertà e ingiustizia. Ma Gesù viene proprio lì, bambino nella mangiatoia dello scarto e del rifiuto. In Lui, bambino di Betlemme, c’è ogni bambino. E c’è l’invito a guardare la vita, la politica e la storia con gli occhi dei bambini».
La messa di Natale
Il significato di salvezza che racconta la nascita di Gesù all'umanità si basa sulla capacità di ricominciare. «Fratello, sorella, Dio stanotte si fa vicino a te perché gli importa di te. Dalla mangiatoia, come cibo per la tua vita, ti dice: Se ti senti consumato dagli eventi, se il tuo senso di colpa e la tua inadeguatezza ti divorano, se hai fame di giustizia, io, Dio, sono con te. So quello che vivi, l’ho provato in quella mangiatoia. Conosco le tue miserie e la tua storia. Sono nato per dirti che ti sono e ti sarò sempre vicino». La mangiatoia di Natale, primo messaggio di un Dio infante, ci dice, sottolinea Francesco che «Lui è con noi, ci ama, ci cerca.
Papa Francesco spiega anche che nascere in una mangiatoia significa chiedere «una fede concreta, fatta di adorazione e carità, non di chiacchiere ed esteriorità. Lui, che si mette a nudo nella mangiatoia e si metterà a nudo sulla croce, ci chiede verità, di andare alla nuda realtà delle cose, di deporre ai piedi della mangiatoia scuse, giustificazioni e ipocrisie. Lui, che è stato teneramente avvolto in fasce da Maria, vuole che ci rivestiamo di amore. Dio non vuole apparenza, ma concretezza. Non lasciamo passare questo Natale senza fare qualcosa di buono». Infine un appello alla solidarietà: «Non è veramente Natale senza i poveri. Senza di loro si festeggia il Natale, ma non quello di Gesù. Fratelli, sorelle, a Natale Dio è povero: rinasca la carità!».
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Corriere Adriatico