OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Il governo colombiano ha annunciato che tenterà di recuperare il carico del galeone San José, naufragato nel 1708, che si ritiene contenga un tesoro dal valore di oltre 20 miliardi di dollari. Si tratta senza dubbio del bottino più prezioso di sempre, tanto che la nave spagnola è conosciuta come il «Santo Graal dei cacciatori di relitti». Il galeone è stato affondato durante un attacco durato quasi dieci ore da parte di quattro navi da guerra britanniche capitanate dal corsaro Charles Wager, che colpì non solo il San Josè ma anche le quattordici imbarcazioni mercantili e altri due galeoni della flotta spagnola.
Il tesoro
Le ultime testimonianze parlano di un carico pari a 344 tonnellate di monete d'oro e argento e 116 scatole di smeraldi (proveniente dal Perù). Il tesoro del San Josè, dal valore stimabile in miliardi di dollari, lo ha reso una delle navi leggendarie nel corso dei secoli e il suo ritrovamento risulta essere uno dei più importanti, non solo del patrimonio sommerso, ma probabilmente di tutti i tempi.
Il recupero
Il ministro della Cultura colombiano, Juan David Correa, ha affermato che i primi tentativi verranno effettuati tra aprile e maggio, a seconda delle condizioni dell'oceano nei Caraibi. Correa ha detto che il materiale estratto dal relitto, probabilmente da un robot o da un sommergibile, sarà portato a bordo di una nave della marina per essere analizzato. Sulla base dei risultati potrebbe essere programmato un secondo tentativo.
La battaglia legale
Nel 2018, l’agenzia culturale delle Nazioni Unite ha invitato la Colombia a non sfruttare commercialmente il relitto. Un organismo di esperti dell’UNESCO, che protegge il patrimonio culturale sottomarino, ha inviato una lettera alla Colombia esprimendo preoccupazione poiché il recupero del tesoro «causerebbe la perdita irrimediabile di un patrimonio significativo». «Consentire lo sfruttamento commerciale del patrimonio culturale del Paese va contro i migliori standard scientifici e i principi etici internazionali stabiliti nella Convenzione sul patrimonio culturale sottomarino dell'UNESCO», si legge nella lettera.
La Colombia non ha firmato la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, che la sottoporrebbe agli standard internazionali e le obbligherebbe a informare l'agenzia specializzata delle Nazioni Unite dei suoi piani, Il relitto è stato scoperto tre anni fa con l'aiuto di un team internazionale di esperti e di veicoli sottomarini autonomi, e la sua posizione esatta, al momento, è un segreto di Stato.
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico