Napoli, Ornella ammazzata dal compagno sotto agli occhi del figlio. L'ultima telefonata alla sorella prima di morire

Napoli, Ornella ammazzata dal compagno sotto agli occhi del figlio. L'ultima telefonata alla sorella prima di morire
Dodici coltellate sferrate alle 4.35 della notte tra venerdì e sabato. Così è stata uccisa Ornella Pinto. Ad ammazzarla il suo convivente, l'uomo che...

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Dodici coltellate sferrate alle 4.35 della notte tra venerdì e sabato. Così è stata uccisa Ornella Pinto. Ad ammazzarla il suo convivente, l'uomo che diceva di amarla e con cui aveva un bambino nato nel 2017 ma che non capiva la loro separazione, avvenuta qualche mese fa. Giuseppe Iacomino, imprenditore alberghiero di 43 anni, l'ha uccisa sotto agli occhi del loro bambino e poi è scappato. Un fuga cominciata dall'abitazione in cui si è consumato il delitto, nel quartiere San Carlo all'Arena di Napoli, e durata appena quattro ore: è finita in una stazione dei carabinieri di Montegabbione, vicino Orvieto, in Umbria, dove l'uomo con i vestiti ancora sporchi di sangue ha confessato di aver ucciso Ornella. 

 

Drammatici gli ultimi istanti di vita di Ornella Pinto, insegnante di sostegno laureata in Lettere che insegnava Filosofia. Come riporta Il Mattino, secondo una prima ricostruzione l'ex compagno, che non viveva più con lei da un paio di settimane, è entrato in casa nel cuore della notte usando un doppione delle chiavi. Ha trovato Ornella addormentata, abbracciata al figlio, e si è scagliato su di lei colpendola al collo, al petto, alle braccia. Sotto agli occhi del loro bambino, ormai sveglio e in lacrime. Poi è scappato, e Ornella con le ultime forze ha telefonato alla sorella: «Aiutatemi, sto morendo...».

 

La sorella ha chiamato immediatamente il 112, così come alcuni condomini svegliati dal rumore ma ignari di cosa stesse accadendo. Dalla vicina centrale arriva una Volante e poco dopo un'ambulanza che trasporta Ornella al Cardarelli. Le sue condizioni sono disperate e nonostante i tentativi di salvarla il suo cuore ha smesso di battere a mezzogiorno. 

 


Non sopportava la separazione dalla compagna e dal figlioletto: questa appare, anche alla luce del primo interrogatorio svoltosi in una caserma dei carabinieri di terni, la causale dell’assurdo delitto commesso da Pinotto Iacomino. Il 43enne ha ammesso le proprie responsabilità in sede di interrogatorio, al termine del quale il sostituto procuratore Elena Neri ha convalidato l’arresto formulando l’accusa di omicidio volontario. L’uomo si trova ora nel carcere di Terni. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico