Lei e la sua moto erano una cosa sola: insieme affrontavano acrobazie da brivido a 250 all'ora, insieme si sono schiantate contro un guard rail, lunedì scorso, in una...
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Olga, che lavorava anche come parrucchiera, era divorziata e lascia una figlia di 16 anni.
Aveva cominciato ad andare in moto a 21 anni e tutti la descrivono come una motociclista espertissima e innamorata della velocità, ma soprattutto spericolata, come dicono anche alcuni suoi amici che raccontano come Olga infrangesse troppo spesso tutte le regole di sicurezza. In un video postato appena il mese scorso, la si vede a cavallo della moto mentre guarda di lato e beve da una cannuccia per poi avvertire i follower: «Guidare a 250 kmh con una mano sola è molto scomodo e non ve lo raccomando. Ma mi dà la mia dose di adrenalina». Non si sa ancora se stesse girando uno dei suoi video al momento dell'impatto: il suo telefonino, che aveva sempre con sé, non è stato ritrovato.
Olga conosceva bene i rischi che correva, ma non sapeva frenare il bisogno di adrenalina, la voglia di correre, l'amore per la moto. E di troppo amore si può morire. «La amo perché mi perdona la mia follia - scriveva online rivolgendosi alla sua due ruote - Grazie per non non avermi mai abbandonata, per aver reso migliori le mie notti solitarie, per avermi aiutata a dimenticare i problemi della mia vita, per aver allenato il mio corpo e il mio cervello. Ti sono grata per le scintille che mi si accendono negli occhi, per il vento caldo che soffia sulle mie guance, per l'incredibile eccitazione e la sensazione di scorrere nell'aria, per le dosi di adrenalina. Grazie per avermi regalato la libertà... e so che non sono sola. Ci sono migliaia di persone come me, quelle pazzamente innamorate dei loro cavalli di metallo». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico