Medico dei bimbi scrive sulla targa “pediatro”: «Ci sindaca e ministra, io voglio chiamarmi così»

Medico dei bimbi scrive sulla targa “pediatro”: «Ci sindaca e ministra, io voglio chiamarmi così»
GIULIANOVA - Al dottor Roberto Ciccocelli non piace il linguaggio di genere e, come provocazione, decide di modificare, sulla targa dell’ambulatorio di Giulianova,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
GIULIANOVA - Al dottor Roberto Ciccocelli non piace il linguaggio di genere e, come provocazione, decide di modificare, sulla targa dell’ambulatorio di Giulianova, l’indicazione pediatra in “pediatro”. «Da qualche anno - dice - non si fa che sentire (dal Presidente della Repubblica a scendere) chiamare alcune cariche al femminile tipo: sindaca, ministra, assessora. Secondo me è un’esagerazione, oltre ad avere un effetto cacofonico. E allora, visto che le donne ci tengono molto al femminile delle loro professioni o dei loro incarichi, ho deciso anche io, come uomo, di dare il maschile alla mia professione. Così da oggi ho cambiato la mia targa professionale scrivendoci al posto di pediatra pediatro». Il medico ha sistemato non una ma ben due tabelle, entrambe sulle due strade dove si affaccia lo studio al Lido ed ha fatto le cose secondo le regole. «Infatti - dichiara - ho avvisato di questa mia iniziativa l’Ordine dei medici sia a livello provinciale che nazionale e non ho ricevuto nessun invito a rimuovere le targhe. Anzi, c’è stato qualcuno che, tra il serio ed il faceto, mi ha invitato a continuare».


«Per carità - aggiunge. Non sono antifemminista, sono felicemente sposato ed ho tre figli. Ma certe storture non si possono sopportare. Non è poi che cambiando il sostantivo, volgendolo dal maschile al femminile, si facciano dei passi avanti sul piano della parità di genere».
  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico