Non c'è solo quel rave-party, con tanti ragazzi che sembrano inneggiare al diavolo. O chat di gruppo in cui si parla di croci e crocifissi. Nel mistero della morte di...
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LA RICHIESTA
E quel giorno in classe il pensiero della ragazza è corso subito a Marco Cestaro. Non a caso i legali della famiglia, gli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza, hanno chiesto al giudice di rigettare la tesi della procura (suicidio) e di disporre altre indagini su questa deposizione, assai importante a loro avviso, visto che quantomeno suggerisce un contesto chiaro in cui si consuma la tragedia di Marco: quello satanista. Da qualche mese il giovane era spaventato dall'idea di Satana, temeva potesse far del male ai suoi cari e, soltanto poche ore prima che venisse trovato in fin di vita lungo la ferrovia, aveva chiesto alla sua insegnate informazioni sul satanismo. «Era spaventato» ricorda l'insegnante. Qualche mese dopo la morte di Marco, la deposizione della giovane, che racconta: «Il mio compagno di banco disegna spesso simbologie che richiamano il satanismo. In particolare traccia croci capovolte, scrive ripetutamente la cifra 666 e disegna volti con le corna piccole. Lui fa il musicista, e suona in feste e raduni. Un giorno mi ha confidato che proprio in una di queste feste ha sentito un tipo che si vantava di aver fatto del male a un certo Marco. Sono rimasta sgomenta perché ho messo in correlazione tante cose ed ho immaginato che quel giovane di 17 anni poteva essere Marco Cestaro».
LA MADRE
Secondo Anna Cattarin, la mamma di Marco, queste parole avvalorano l'ipotesi che il figlio sia stato vittima di un pestaggio e che poi sia stato simulato un suicidio. Il giorno prima lei e Marco avevano litigato. A casa del ragazzo era arrivato un pacco. C'era dello stupefacente. Era per Marco? O Marco aveva fatto da prestanome per altri? Anna sequestrò quel pacco al figlio e lui si arrabbiò. Ma il giorno dopo? Cosa accade? Chi incontrò Marco, e perché scomparve per ore?
Corriere Adriatico