Marcia globale clima, a Parigi scontri polizia-manifestanti

Marcia globale clima, a Parigi scontri polizia-manifestanti
PARIGI - Si apre nel segno della tensione e in una Parigi blindata la conferenza sul clima dell'Onu COP21, con 147 capi di stato e di governo e 40mila delegati attesi nella...

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PARIGI - Si apre nel segno della tensione e in una Parigi blindata la conferenza sul clima dell'Onu COP21, con 147 capi di stato e di governo e 40mila delegati attesi nella capitale francese nei prossimi giorni. Le manifestazioni sono state proibite ma a Place de la Republique una parte dei manifestanti ha sfidato il divieto improvvisando un corteo non autorizzato. I dimostranti lanciano oggetti e bottiglie di vetro contro gli agenti, che lanciano lacrimogeni e accennano a caricare i dimostranti ma senza affondare, in un atteggiamento che sembra voler evitare scontri più pesanti. Le immagini che rimbalzano da Parigi mostrano agenti che trascinano via uno dei dimostranti.



A causa del divieto di assembramento, l'ong Avaaz ha organizzato a Place de la Republique, in uno dei quartieri colpiti dagli attacchi, una enorme installazione a cui tutti sono stati chiamati a contribuire, lasciando un paio di scarpe, scarpe dirette verso la Nation, percorso della manifestazione annullata. Tra queste, anche quelle di Papa Francesco. Le scarpe sono poi state rimosse e nell'area sono iniziati gli scontri. I dimostranti non hanno esitato a lanciare contro gli agenti anche gli oggetti rimasti sul selciato, tra cui bicchieri che contenevano candele e le candele stesse. Altri manifestanti hanno dato vita a una catena umana che si interrompe davanti al teatro Bataclan, in memoria delle 90 persone uccise nel teatro dai terroristi il 13 novembre. I manifestanti si tengono per mano dalla Republique ricoperta di scarpe lungo tutto il boulevard Voltaire, e fino a Nation, circa 3 chilometri. «Non potremo manifestare in carne e ossa, ma questa azione altamente simbolica sarà in grado di trasmettere il messaggio che siamo uniti per difendere tutto ciò che amiamo. È il nostro modo di dire che la paura e il terrore non potranno mai ridurre a silenzio il nostro sogno collettivo per un futuro pulito al cento per cento, unito al centro per cento», ha spiegato l'organizzazione. In numerose altre città del mondo, si sono svolti, o sono in programma, eventi in sostegno del raggiungimento di un accordo per la riduzione delle emissioni a effetto serra, ovvero un impegno dei paesi per limitare l'aumento delle temperature ai due gradi, la soglia oltre la quale le conseguenze saranno irreversibili per il pianeta. A Sydney, sono scese in piazza 45mila persone, a Brisbane 40mila. A Londra l'appuntamento è a Park Lane a mezzogiorno. Altre manifestazioni si sono svolte a Nairobi. Beirut, Seul. «Un accordo possibile, sento che tutte le parti coinvolte hanno più spinta ad agire», ha dichiarato Amjad Abdulla, delegato delle Maldive, presidente dell'Alleanza dei piccoli stati insulari, i più colpiti dai cambiamenti climatici. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico