Il mal di testa, o meglio l'emicrania, è la terza patologia per prevalenza e la sesta più invalidante a livello mondiale: sono oltre un miliardo le persone che...
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Cancro al seno, niente chemio: «Sette volte su 10 si può evitare». Rivoluzione nelle cure?
«Si tratta di un anticorpo monoclonale, Fremanezumab, che agisce bloccando l'attività del Cgrp o del recettore Cgrp, la proteina che scatena l'attacco di emicrania - spiega il neurologo e presidente di Anircef (Associazione neurologica italiana per la ricerca sulle cefalee) Fabio Frediani - Il confronto con il placebo, che sappiamo essere praticamente acqua - aggiunge Frediani - ha rilevato che la sperimentazione dà più effetti collaterali al placebo che al Fremanezumab». Fremanezumab è stato approvato e introdotto nel mercato Usa e a breve dovrebbe arrivare, conclusa la terza fase di sperimentazione, anche in Europa e in Italia, dopo che nel febbraio scorso l'Agenzia Europea del Farmaco (Ema) ha accettato la domanda di autorizzazione all'immissione in commercio della molecola.
UN CAMBIO DI APPROCCIO «Fino ad oggi - ha proseguito - abbiamo curato le crisi di emicrania ma non la malattia, o meglio l'abbiamo fatto solo parzialmente», ha spiegato Elio Agostoni, direttore Dipartimento di Neuroscienze Asst Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, a margine del IX Congresso nazionale Anircef (Associazione neurologica italiana per la ricerca sulle cefalee), che si è tenuto a Milano. «Oggi stanno arrivando sul mercato dei farmaci che sono capaci di interferire con il meccanismo che genera la malattia, e che si esprimerà poi con delle crisi».
Con i nuovi farmaci iniettivi, trimestrali o mensili, la situazione cambierà, «cambieranno la nostra percezione di crisi e di malattia e ci permetteranno di prevenire le crisi e altri problemi collegati all'emicrania». La strategia terapeutica oggi si focalizza sulla cura delle crisi quando arrivano e sulla cura della malattia, quindi sulla prevenzione e la profilassi: «Quando le crisi occupano 4/5 giorni al mese l'indicazione è quella di fare la profilassi, quando invece si tratta di episodi che sono meno di 5 giorni al mese c'è solo la terapia dell'attacco. Un'impostazione rigida».
L'emicrania si distingue in cronica ed episodica: nel primo caso, i pazienti ne soffrono per almeno 15 giorni al mese, nel secondo caso per al massimo 14 giorni al mese.
Corriere Adriatico