La madre: «Monica non c'è più e lui è già libero. Basta sconti di pena».

"Monica non c'è più e lui è già uscito. Bisogna eliminare il rito abbreviato per il femminicidio". Così si è espressa...

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"Monica non c'è più e lui è già uscito. Bisogna eliminare il rito abbreviato per il femminicidio". Così si è espressa a "Estate in Diretta" Maria Teresa D'Abdon, la madre di Monica Ravizza, uccisa a 24 anni, nel 2003, dal compagno Armando Mancuso. Monica, incinta, aveva deciso di abortire e non voleva più sposare Armando, che la accoltellò per poi bruciarla e inscenare un tentativo di suicidio.


​Mancuso fu condannato in primo grado a 18 anni, ridotti a 16 in appello. Ma, come spesso accade in Italia, 11 anni dopo aver commesso l'efferato delitto, nel 2014, era già a piede libero. Ora lavora per un'azienda comunale e la sua vita è tornata normale, mentre quella della madre di  Monica non potrà più esserlo, dopo aver vissuto un dolore simile.

​La madre della ragazza, intervistata da Edoardo Lucarelli nel corso della trasmissione di Rai Uno, ha lanciato un appello affinché si prendano iniziative di legge sul femminicidio, si abolisca il rito abbreviato per questo reato e ci sia una maggiore certezza della pena. Inoltre ha evidenziato come lo stato la abbia abbandonata, senza alcun risarcimento economico, senza assistenza morale, costretta a ipotecare la casa, mentre l'assassino di sua figlia percepisce ogni mese un regolare stipendio. Un caso davvero paradossale. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico