Durante la Seconda guerra mondiale, nel 1942, dal campo di prigionia in Sud Africa dove si trovava Giuseppe Cavalli ha scritto una lettera al padre Domenico. Una lettera che...
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E anche di trovare la famiglia, non senza difficoltà dato che Cavalli è un nome comune in zona. «Alla mia ricerca - ha spiegato al Giornale di Brescia - hanno risposto più persone che rivendicavano la paternità della missiva, fino a che non abiamo trovato i legittimi proprietari». «La cosa strana in tutta questa storia - ha aggiunto - è che la lettera riporta il timbro dell'ufficio postale di Quinzano, quindi era già arrivata in Italia, ma non era mai stata data alla famiglia. Presumo che in periodo bellico molti documenti siano restati negli archivi e svenduti in un secondo momento da rigattieri». Adesso comunque la lettera è arrivata nelle mani del nipote di Giuseppe, il 74enne Marcellino Cò.
(Foto archivio) Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico