Suore spose: «Il Vangelo condanna l'ipocrisia e non l'omosessualità»

Suore spose: «Il Vangelo condanna l'ipocrisia e non l'omosessualità»
PINEROLO - «Ci siamo conosciute da suore missionarie, durante un viaggio in Guinea-Bissau. Lavoravamo da vent'anni coi poveri, da quando avevamo preso il velo....

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PINEROLO - «Ci siamo conosciute da suore missionarie, durante un viaggio in Guinea-Bissau. Lavoravamo da vent'anni coi poveri, da quando avevamo preso il velo. Lì, però, abbiamo capito che qualcosa si stava sommando alla nostra vocazione».


Suor Federica, nata nel sud Italia, e suor Isabel, sudamericana, sono due ex religiose che hanno deciso di lasciare l'ordine clericale per suggellare con un unione civile, celebrata il 28 settembre scorso a Pinerolo (Torino), il loro sogno d'amore. La loro, come raccontano a Repubblica, non è stata una scelta facile: «Lo sapevamo, ma la nostra decisione è stata ponderata. Nei conventi si consiglia sempre, in questi casi, di mantenere certe relazioni nella clandestinità, senza uscire allo scoperto. Ma nel Vangelo Gesù condanna l'ipocrisia, non l'omosessualità».

Una scelta difficile, ma non infelice: «Sapevamo che era il meglio che potessimo fare, per questo abbiamo deciso di lasciare l'ordine e uscire allo scoperto. Abbiamo incontrato tante resistenze e tanta cattiveria, ma ci sono state anche consorelle che ci hanno detto: 'Brave, se fossi più giovane lo farei anch'io'». Il periodo immediatamente successivo, però, non è stato semplice: «Quando si lascia un lavoro, si riceve sempre un'indennità. Nel caso della Chiesa, non è così. Eravamo sole e disoccupate, ma per fortuna abbiamo conosciuto tramite Internet don Franco Barbero, il sacerdote di Pinerolo scomunicato nel 2003 che ora celebra i matrimoni gay. Lui ci ha aiutato a trovare una casa e un lavoro».


Oggi Federica e Isabel possono parlare senza paura della loro scelta: «Ci hanno incoraggiato le parole di Papa Francesco, nessuno può permettersi di giudicare. Noi amiamo Dio, la Chiesa e il Papa: non siamo noi la pietra dello scandalo, non abbiamo la voglia né la possibilità di cambiare certe cose. La Chiesa, però, dovrebbe purificarsi: è come un grosso iceberg che reagisce violentemente a ogni istanza di cambiamento, pensate a come sono state trattate le voci discordanti interne. Speriamo arrivi un forte vento caldo a far sì che l'iceberg si unisca con l'oceano». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico