Se si contrae il covid la colpa non è del proprio datore di lavoro nel caso in cui abbia rispettato tutte le norme di sicurezza. È stato approvato un...
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La sottosegretaria al Lavoro Francesca Puglisi dopo l'approvazione dell'emendamento ha spiegato: «Approvato in Commissione alla Camera emendamento liquidità che assicura datori di lavoro pubblici e privati che rispettano protocolli di sicurezza Covid-19. Andiamo avanti insieme. E facciamo partire l'Italia in sicurezza lavoro». Anche l'Inail aveva ribadito che non c'era correlazione tra il contagio del virus sul lavoro e la responsabilità del proprio datore di lavoro.
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La circolare n. 22/2020, in cui si forniscono anche le istruzioni operative nonché dei chiarimenti sulla tutela infortunistica legata al contagio siega: «Le patologie infettive (vale per il Covid-19, così come, per esempio, per l’epatite, la brucellosi, l’Aids e il tetano) contratte in occasione di lavoro sono da sempre, infatti, inquadrate e trattate come infortunio sul lavoro poiché la causa virulenta viene equiparata alla causa violenta propria dell’infortunio, anche quando i suoi effetti si manifestino dopo un certo tempo». La situazione creata dalla pandemia però crea un'eccezione, soprattutto perché è difficilmente dimostrabile che si sia contratto il virus sul luogo di lavoro e non altrove. La responsabilità del datore di lavoro, quindi, è ipotizzabile solo nel caso in cui non sia stata messa a norma la struttura con le dovute sanificazioni e la dotazione di dispositivi di sicurezza.
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Corriere Adriatico