ROMA - Anna e Marco hanno perso il loro unico figlio Luca nel 2009 quando una malattia lo ha stroncato all'età di dieci anni. Hanno scelto di donare i suoi organi...
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Il notaio a cui si sono rivolti è stato molto sorpreso della richiesta, ma come riportata il Giornale le procedure potrebbero essere molto complesse: ci sono leggi per la privacy, definite da Anna "alte come muri, barriere insormontabili", che non consentono contatti tra le persone coinvolte.
Tutto questo per evitare la cosiddetta "sindrome del segugio" che porta alla ricerca continua dei riceventi degli organi visti come un sostituto di chi ormai se n'è andato. Dalla parte di chi è tornato alla vita grazie agli organi potrebbe esserci un senso di colpa e una forte gratitudine che spingono a cercare i parenti del defunto.
Anna e Marco, però, non si arrendono e vogliono aiutare quei quattro ragazzi. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico